sabato 29 novembre 2008

Vivi come se fosse il tuo minuto sulla Terra



I'm waiting in my cold cell when the bell begins to chime
Reflecting on my past life and it doesn't have much time
Cos at 5 o'clock they take me to the Gallows Pole
The sands of time for me are running low

When the priest comes to read me the last rites
I take a look through the bars at the last sights
Of a world that has gone very wrong for me

Can it be there's some sort of error
Hard to stop the surmounting terror
Is it really the end not some crazy dream

Somebody please tell me that I'm dreaming
It's not so easy to stop from screaming
But words escape me when I try to speak
Tears they flow but why am I crying
After all I am not afraid of dying
Don't believe that there is never an end

As the guards march me out to the courtyard
Someone calls from a cell "God be with you"
If there's a God then why has he let me die?
As I walk all my life drifts before me
And though the end is near I'm not sorry
Catch my soul cos it's willing to fly away

Mark my words please believe my soul lives on
Please don't worry now that I have gone
I've gone beyond to see the truth

When you know that your time is close at hand
maybe then you'll begin to understand
Life down there is just a strange illusion.

La vita è come una scatola di cioccolatini




Barca o mongolfiera? Se vai in barca potrai decidere dove andare, se vai in mongolfiera sarai in balia del vento. Il vento del mare può essere sfruttato per andare di prua, di poppa o di babordo. La mongolfiera puoi solo abbassarla o alzarla per scegliere la corrente, ma non sei tu a decidere dove andare.
Nella vita possiamo decidere dove andare? Siamo sempre liberi di scegliere? e soprattutto con quanta consapevolezza scegliamo?. Oggi ci piace questo, domani quell'altro ma come dei palloncini nel vento siamo sempre pronti a cambiare idea. E a volte nemmeno sappiamo il perchè la cambiamo. Quando invece guidi la barca puoi sempre scegliere: puoi anche gettare l'ancora e fermarti, se proprio non ce la fai!

giovedì 27 novembre 2008

La civiltà moderna è basata sulla violenza, la schiavitù e le belle frasi; ma tutte le belle frasi sulla civiltà e il progresso non sono che parole.

Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto - Gurdjieff

giovedì 20 novembre 2008

Niente è come sembra

Alla fine il tramonto. Dopo il tramonti segue l'oscurità, ma in essa è già contenuto il seme dell'alba del giorno dopo. E intanto guardi le stelle perdendoti nei tuoi pensieri, che non saranno mai le stesse. Nemmeno le stelle che guardi non sono più le stesse. La loro luce ci arriva quando sono già morte, per a noi quaggiù sembrano vive.
Tutto sale e scende, cambia, muta, con miliardi di IO che si susseguono chiassosi, e tu a guardarli da spettatore inerme. Rabbia, odio, vendetta, orgoglio, vanità, maldicenza, ira. E questa volta il domatore ha perso la frusta. Ma almeno guardali passare! Perchè niente è come sembra, niente è reale

domenica 9 novembre 2008

Impressioni blu

I Blue Man Group vennero creati nel 1987 a New York dagli amici Matt Goldman, Phil Stanton e Chris Wink. Utilizzando i loro strumenti personalizzati, gag visuali e numeri da circo, tutto dipinto di blu, compresa la pelle dei musicisti, crearono uno spettacolo dall'energia esplosiva. Partendo da spettacoli in locali minori a Central Park, il gruppo conquistò gradualmente Broadway, il West End londinese e Las Vegas. Nel 1999 pubblicarono l'LP “Audio”, seguito da “The Complex” del 2003, con Tracy Bonham e Dave Matthews in veste di ospiti.

Sono stato tante volte a teatro. HO visto anche gli Stomp. Ma questi qui proprio mi hanno superesaltato. TUMBADADUMUMCIACIA...UNZPATAPUMUMPAPA...(Chicago, at Briar street Theatre). Le impressioni del colore blu sono elettriche. Ritmi tribali ti riportano indietro a quando la musica era solo un ritmo battuto su pelli di animale o con legni. Fusioni di suoni semplici, elettrici, suoni quotidiani (non avevo mai sentito suonare una corda). Tutto è un intreccio che un orecchio umano non può immaginare. E l'occhio, sapientemente guuidato da luci e colori segue l'orecchio.
E' come trovarsi al centro di una spirale e piano piano vieni risucchiato in un'altra dimensione.
Enjoy!


sabato 8 novembre 2008

Tu lo faresti?

Dating is any social activity undertaken by, typically, two people with the aim of each assessing the other's suitability as their partner in an intimate relationship or as a spouse. The word refers to the act of meeting and engaging in some mutually agreed upon social activity. Traditional dating activities include entertainment or a meal.

Il Dating è un attività sociale che consiste in genere nell'intenzione di due persone di provare a vedere se sono compatibili per relazioni intime o come mper sposarsi. La parola si riferisce all'atto di incontrarsi e incominciare qualche attività sociale che entrambi gradiscono. Il dating tradizionale consiste nell'andare fuori a cena o divertirsi.

Ma incontrare una persona può riservare notevoli cambiamenti di direzione

giovedì 6 novembre 2008

Riflessi



Che cos'è reale? Cosa VEDI?

All’inizio del settimo libro della Repubblica Platone narra il mito della caverna, uno dei piú famosi ed affascinanti. In esso si ritrova – espressa nel linguaggio accessibile del mito – tutta la teoria platonica della conoscenza, ma anche si ribadisce il rapporto tra filosofia e impegno di vita: conoscere il Bene significa anche praticarlo; il filosofo che ha contemplato la Verità del Mondo delle Idee non può chiudersi nella sua torre d’avorio: deve tornare – a rischio della propria vita – fra gli uomini, per liberarli dalle catene della conoscenza illusoria del mondo sensibile. Proponiamo la lettura di queste pagine senza ulteriori osservazioni e commenti, convinti che lo scritto platonico non li richieda. Socrate parla in prima persona; il suo interlocutore è Glaucone.

Repubblica, 514 a-517 a

1 [514 a] – In séguito, continuai, paragona la nostra natura, per ciò che riguarda educazione e mancanza di educazione, a un’immagine come questa. Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna, con l’entrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna, pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli, incatenati gambe e collo, sí da dover restare fermi e da [b] poter vedere soltanto in avanti, incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo. Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce d’un fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada. Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo, come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini. – Vedo, rispose. – Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti [c] di ogni sorta sporgenti dal margine, e statue e altre [515 a] figure di pietra e di legno, in qualunque modo lavorate; e, come è naturale, alcuni portatori parlano, altri tacciono. – Strana immagine è la tua, disse, e strani sono quei prigionieri. – Somigliano a noi, risposi; credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? – E come possono, replicò, se sono costretti a tenere immobile il [b] capo per tutta la vita? – E per gli oggetti trasportati non è lo stesso? – Sicuramente. – Se quei prigionieri potessero conversare tra loro, non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni? – Per forza. – E se la prigione avesse pure un’eco dalla parete di fronte? Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce, credi che la giudicherebbero diversa da quella dell’ombra che passa? – Io no, per Zeus!, [c] rispose. – Per tali persone insomma, feci io, la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti artificiali. – Per forza, ammise. – Esamina ora, ripresi, come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dall’incoscienza. Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo: che uno fosse sciolto, costretto improvvisamente ad alzarsi, a girare attorno il capo, a camminare e levare lo sguardo alla luce; e che cosí facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di [d] scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre. Che cosa credi che risponderebbe, se gli si dicesse che prima vedeva vacuità prive di senso, ma che ora, essendo piú vicino a ciò che è ed essendo rivolto verso oggetti aventi piú essere, può vedere meglio? e se, mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano, gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa è? Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piú vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso? – Certo, rispose.

2 [e] – E se lo si costringesse a guardare la luce stessa, non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui può sostenere la vista? e non li giudicherebbe realmente piú chiari di quelli che gli fossero mostrati? – È cosí, rispose. – Se poi, continuai, lo si trascinasse via di lí a forza, su per l’ascesa scabra ed erta, e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole, non ne soffrirebbe e non s’irriterebbe [516 a] di essere trascinato? E, giunto alla luce, essendo i suoi occhi abbagliati, non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere. – Non potrebbe, certo, rispose, almeno all’improvviso. – Dovrebbe, credo, abituarvisi, se vuole vedere il mondo superiore. E prima osserverà, molto facilmente, le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri oggetti nei loro riflessi nell’acqua, e infine gli oggetti stessi; da questi poi, volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna, [b] potrà contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piú facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole. – Come no? – Alla fine, credo, potrà osservare e contemplare quale è veramente il sole, non le sue immagini nelle acque o su altra superficie, ma il sole in se stesso, nella regione che gli è propria. – Per forza, disse. – Dopo di che, parlando del sole, potrebbe già concludere che è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile, e ad essere [c] causa, in certo modo, di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano. – È chiaro, rispose, che con simili esperienze concluderà cosí. – E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colà e di quei suoi compagni di prigionia, non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietà per loro? – Certo. – Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora, e ai primi riservati a chi fosse piú acuto nell’osservare gli oggetti che passavano e piú [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme, indovinandone perciò il successivo, credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza? o che si troverebbe nella condizione detta da Omero e preferirebbe “altrui per salario servir da contadino, uomo sia pur senza sostanza”, e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo? – Cosí penso anch’io, rispose; [e] accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo. – Rifletti ora anche su quest’altro punto, feci io. Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedile, non avrebbe gli occhi pieni di tenebra, venendo all’improvviso dal sole? – Sí, certo, rispose. – E se dovesse discernere nuovamente quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri, nel periodo in cui ha la vista offuscata, prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale? e se questo periodo in cui rifà l’abitudine fosse piuttosto lungo? Non sarebbe egli allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su? E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri, forse che non l’ucciderebbero, se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo? – Certamente, rispose.

mercoledì 5 novembre 2008

Io c'ero

Hello Chicago, Hello Mr Obama

IL discorso del neo Presidente degli USA Barack Obama TRADOTTO IN ITALIANO




martedì 4 novembre 2008

House of Blues, home for soul






In inglese ci sono due parole che indicano quello che noi italiani indichiamo come CASA.
C'è house e home.
Vengono usate in contesti diversi: house quando si vuole indicare l'edificio fisico o si intende quell'edificio per una specifica caratteristica (house of rock, house of steach, ecc). Home quando si intende un concetto più metaforico.
Oggi “i go at home”.
Quel luogo che in qualche modo fin da bambino mi ha sempre attirato. Avevo sempre qualcosa in comune con lui. I telefilm (ricordate i Chips?), l'hockey, la Natura verde dei boschi, l'acqua.
Un flusso di emzioni partono dall'Italia a questo luogo che conosco da sempre, nel quale ho ritrovato sempre le particelle che rigenerano il mio essere; dal quale sono sempre tornato con qualcosa in più. L'ultima volta che I went at home, la mia vita ha ricevuto influssi di evoluzione.
Home, sono tornato. Sento che ancora una volta devi parlarmi di me e farmi ritornare in Italia brand new.