sabato 29 novembre 2008

Vivi come se fosse il tuo minuto sulla Terra



I'm waiting in my cold cell when the bell begins to chime
Reflecting on my past life and it doesn't have much time
Cos at 5 o'clock they take me to the Gallows Pole
The sands of time for me are running low

When the priest comes to read me the last rites
I take a look through the bars at the last sights
Of a world that has gone very wrong for me

Can it be there's some sort of error
Hard to stop the surmounting terror
Is it really the end not some crazy dream

Somebody please tell me that I'm dreaming
It's not so easy to stop from screaming
But words escape me when I try to speak
Tears they flow but why am I crying
After all I am not afraid of dying
Don't believe that there is never an end

As the guards march me out to the courtyard
Someone calls from a cell "God be with you"
If there's a God then why has he let me die?
As I walk all my life drifts before me
And though the end is near I'm not sorry
Catch my soul cos it's willing to fly away

Mark my words please believe my soul lives on
Please don't worry now that I have gone
I've gone beyond to see the truth

When you know that your time is close at hand
maybe then you'll begin to understand
Life down there is just a strange illusion.

La vita è come una scatola di cioccolatini




Barca o mongolfiera? Se vai in barca potrai decidere dove andare, se vai in mongolfiera sarai in balia del vento. Il vento del mare può essere sfruttato per andare di prua, di poppa o di babordo. La mongolfiera puoi solo abbassarla o alzarla per scegliere la corrente, ma non sei tu a decidere dove andare.
Nella vita possiamo decidere dove andare? Siamo sempre liberi di scegliere? e soprattutto con quanta consapevolezza scegliamo?. Oggi ci piace questo, domani quell'altro ma come dei palloncini nel vento siamo sempre pronti a cambiare idea. E a volte nemmeno sappiamo il perchè la cambiamo. Quando invece guidi la barca puoi sempre scegliere: puoi anche gettare l'ancora e fermarti, se proprio non ce la fai!

giovedì 27 novembre 2008

La civiltà moderna è basata sulla violenza, la schiavitù e le belle frasi; ma tutte le belle frasi sulla civiltà e il progresso non sono che parole.

Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto - Gurdjieff

giovedì 20 novembre 2008

Niente è come sembra

Alla fine il tramonto. Dopo il tramonti segue l'oscurità, ma in essa è già contenuto il seme dell'alba del giorno dopo. E intanto guardi le stelle perdendoti nei tuoi pensieri, che non saranno mai le stesse. Nemmeno le stelle che guardi non sono più le stesse. La loro luce ci arriva quando sono già morte, per a noi quaggiù sembrano vive.
Tutto sale e scende, cambia, muta, con miliardi di IO che si susseguono chiassosi, e tu a guardarli da spettatore inerme. Rabbia, odio, vendetta, orgoglio, vanità, maldicenza, ira. E questa volta il domatore ha perso la frusta. Ma almeno guardali passare! Perchè niente è come sembra, niente è reale

domenica 9 novembre 2008

Impressioni blu

I Blue Man Group vennero creati nel 1987 a New York dagli amici Matt Goldman, Phil Stanton e Chris Wink. Utilizzando i loro strumenti personalizzati, gag visuali e numeri da circo, tutto dipinto di blu, compresa la pelle dei musicisti, crearono uno spettacolo dall'energia esplosiva. Partendo da spettacoli in locali minori a Central Park, il gruppo conquistò gradualmente Broadway, il West End londinese e Las Vegas. Nel 1999 pubblicarono l'LP “Audio”, seguito da “The Complex” del 2003, con Tracy Bonham e Dave Matthews in veste di ospiti.

Sono stato tante volte a teatro. HO visto anche gli Stomp. Ma questi qui proprio mi hanno superesaltato. TUMBADADUMUMCIACIA...UNZPATAPUMUMPAPA...(Chicago, at Briar street Theatre). Le impressioni del colore blu sono elettriche. Ritmi tribali ti riportano indietro a quando la musica era solo un ritmo battuto su pelli di animale o con legni. Fusioni di suoni semplici, elettrici, suoni quotidiani (non avevo mai sentito suonare una corda). Tutto è un intreccio che un orecchio umano non può immaginare. E l'occhio, sapientemente guuidato da luci e colori segue l'orecchio.
E' come trovarsi al centro di una spirale e piano piano vieni risucchiato in un'altra dimensione.
Enjoy!


sabato 8 novembre 2008

Tu lo faresti?

Dating is any social activity undertaken by, typically, two people with the aim of each assessing the other's suitability as their partner in an intimate relationship or as a spouse. The word refers to the act of meeting and engaging in some mutually agreed upon social activity. Traditional dating activities include entertainment or a meal.

Il Dating è un attività sociale che consiste in genere nell'intenzione di due persone di provare a vedere se sono compatibili per relazioni intime o come mper sposarsi. La parola si riferisce all'atto di incontrarsi e incominciare qualche attività sociale che entrambi gradiscono. Il dating tradizionale consiste nell'andare fuori a cena o divertirsi.

Ma incontrare una persona può riservare notevoli cambiamenti di direzione

giovedì 6 novembre 2008

Riflessi



Che cos'è reale? Cosa VEDI?

All’inizio del settimo libro della Repubblica Platone narra il mito della caverna, uno dei piú famosi ed affascinanti. In esso si ritrova – espressa nel linguaggio accessibile del mito – tutta la teoria platonica della conoscenza, ma anche si ribadisce il rapporto tra filosofia e impegno di vita: conoscere il Bene significa anche praticarlo; il filosofo che ha contemplato la Verità del Mondo delle Idee non può chiudersi nella sua torre d’avorio: deve tornare – a rischio della propria vita – fra gli uomini, per liberarli dalle catene della conoscenza illusoria del mondo sensibile. Proponiamo la lettura di queste pagine senza ulteriori osservazioni e commenti, convinti che lo scritto platonico non li richieda. Socrate parla in prima persona; il suo interlocutore è Glaucone.

Repubblica, 514 a-517 a

1 [514 a] – In séguito, continuai, paragona la nostra natura, per ciò che riguarda educazione e mancanza di educazione, a un’immagine come questa. Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna, con l’entrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna, pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli, incatenati gambe e collo, sí da dover restare fermi e da [b] poter vedere soltanto in avanti, incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo. Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce d’un fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada. Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo, come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini. – Vedo, rispose. – Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti [c] di ogni sorta sporgenti dal margine, e statue e altre [515 a] figure di pietra e di legno, in qualunque modo lavorate; e, come è naturale, alcuni portatori parlano, altri tacciono. – Strana immagine è la tua, disse, e strani sono quei prigionieri. – Somigliano a noi, risposi; credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? – E come possono, replicò, se sono costretti a tenere immobile il [b] capo per tutta la vita? – E per gli oggetti trasportati non è lo stesso? – Sicuramente. – Se quei prigionieri potessero conversare tra loro, non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni? – Per forza. – E se la prigione avesse pure un’eco dalla parete di fronte? Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce, credi che la giudicherebbero diversa da quella dell’ombra che passa? – Io no, per Zeus!, [c] rispose. – Per tali persone insomma, feci io, la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti artificiali. – Per forza, ammise. – Esamina ora, ripresi, come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dall’incoscienza. Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo: che uno fosse sciolto, costretto improvvisamente ad alzarsi, a girare attorno il capo, a camminare e levare lo sguardo alla luce; e che cosí facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di [d] scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre. Che cosa credi che risponderebbe, se gli si dicesse che prima vedeva vacuità prive di senso, ma che ora, essendo piú vicino a ciò che è ed essendo rivolto verso oggetti aventi piú essere, può vedere meglio? e se, mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano, gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa è? Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piú vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso? – Certo, rispose.

2 [e] – E se lo si costringesse a guardare la luce stessa, non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui può sostenere la vista? e non li giudicherebbe realmente piú chiari di quelli che gli fossero mostrati? – È cosí, rispose. – Se poi, continuai, lo si trascinasse via di lí a forza, su per l’ascesa scabra ed erta, e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole, non ne soffrirebbe e non s’irriterebbe [516 a] di essere trascinato? E, giunto alla luce, essendo i suoi occhi abbagliati, non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere. – Non potrebbe, certo, rispose, almeno all’improvviso. – Dovrebbe, credo, abituarvisi, se vuole vedere il mondo superiore. E prima osserverà, molto facilmente, le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri oggetti nei loro riflessi nell’acqua, e infine gli oggetti stessi; da questi poi, volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna, [b] potrà contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piú facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole. – Come no? – Alla fine, credo, potrà osservare e contemplare quale è veramente il sole, non le sue immagini nelle acque o su altra superficie, ma il sole in se stesso, nella regione che gli è propria. – Per forza, disse. – Dopo di che, parlando del sole, potrebbe già concludere che è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile, e ad essere [c] causa, in certo modo, di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano. – È chiaro, rispose, che con simili esperienze concluderà cosí. – E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colà e di quei suoi compagni di prigionia, non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietà per loro? – Certo. – Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora, e ai primi riservati a chi fosse piú acuto nell’osservare gli oggetti che passavano e piú [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme, indovinandone perciò il successivo, credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza? o che si troverebbe nella condizione detta da Omero e preferirebbe “altrui per salario servir da contadino, uomo sia pur senza sostanza”, e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo? – Cosí penso anch’io, rispose; [e] accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo. – Rifletti ora anche su quest’altro punto, feci io. Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedile, non avrebbe gli occhi pieni di tenebra, venendo all’improvviso dal sole? – Sí, certo, rispose. – E se dovesse discernere nuovamente quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri, nel periodo in cui ha la vista offuscata, prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale? e se questo periodo in cui rifà l’abitudine fosse piuttosto lungo? Non sarebbe egli allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su? E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri, forse che non l’ucciderebbero, se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo? – Certamente, rispose.

mercoledì 5 novembre 2008

Io c'ero

Hello Chicago, Hello Mr Obama

IL discorso del neo Presidente degli USA Barack Obama TRADOTTO IN ITALIANO




martedì 4 novembre 2008

House of Blues, home for soul






In inglese ci sono due parole che indicano quello che noi italiani indichiamo come CASA.
C'è house e home.
Vengono usate in contesti diversi: house quando si vuole indicare l'edificio fisico o si intende quell'edificio per una specifica caratteristica (house of rock, house of steach, ecc). Home quando si intende un concetto più metaforico.
Oggi “i go at home”.
Quel luogo che in qualche modo fin da bambino mi ha sempre attirato. Avevo sempre qualcosa in comune con lui. I telefilm (ricordate i Chips?), l'hockey, la Natura verde dei boschi, l'acqua.
Un flusso di emzioni partono dall'Italia a questo luogo che conosco da sempre, nel quale ho ritrovato sempre le particelle che rigenerano il mio essere; dal quale sono sempre tornato con qualcosa in più. L'ultima volta che I went at home, la mia vita ha ricevuto influssi di evoluzione.
Home, sono tornato. Sento che ancora una volta devi parlarmi di me e farmi ritornare in Italia brand new.

lunedì 27 ottobre 2008

Say I m you





"Say I am You" by Jelaluddin Rumi

I am dust particles in sunlight,

I am the round sun.

To the bits of dust I say, Stay.

To the sun, Keep moving.

I am morning mist,

and the breathing of evening.

I am wind in the top of a grove,

and surf on the cliff.

Mast, rudder, helmsman, and keel,

I am also the coral reef they founder on.

I am a tree with a trained parrot in its branches.

Silence, thought, and voice.

The musical air coming through a flute,

a spark of stone, a flickering

in metal. Both candle,

and the moth crazy around it.

Rose, and the nightingale

lost in the fragrance.

I am all orders of being, the circling galaxy,

the evolutionary intelligence, the lift,

and the falling away. What is,

and what isn't. You who know

Jelaluddin, You the one

in all, say who

I am. Say I

am You.

martedì 30 settembre 2008

1+1....=1 (Come... non lo sapevi?)




"Per ogni cosa c’è una stagione e un tempo per ogni proposito sotto il cielo;
un tempo per nascere e un tempo per morire;
un tempo per piantare e un tempo per raccogliere;
un tempo per uccidere e un tempo per guarire;
un tempo per distruggere e un tempo per costruire;
un tempo per piangere e un tempo per ridere;
un tempo per separare e un tempo per unire;
un tempo per trovare e uno per perdere;
un tempo per tacere e uno per parlare;
un tempo per amare e uno per odiare;
un tempo per la guerra e uno per la pace.
(Ecclesiaste III, 1- 8)

Nell’antico tempio sacro di Delfi vi erano due iscrizioni che potevano essere lette da quelli che andavano a consultare l'oracolo.
Una era composta delle famose parole: UOMO CONOSCI TE STESSO
L’altra meno conosciuta era: NIENTE TROPPO
nel senso di: NIENTE AGLI ESTREMI

Si dice che una volta un uomo sognasse di aver scoperto il segreto dell'Universo. Si svegliò e scrisse il sogno.
Il mattino dopo vide che aveva scritto: “Cammina su entrambe le gambe”.
Nella sfera della nostra psicologia, nel posto in cui viviamo con la nostra consapevolezza, senza vera auto-conoscenza, noi camminiamo su una sola gamba, considerando la verità come qualcosa di invariabile. Crediamo di sapere cosa é giusto e sbagliato, buono e cattivo, e per questo non abbiamo idea di cosa sia mantenere un equilibrio in noi stessi. Una volta ho sentito dire che in questo Lavoro il diavolo é necessario.
Noi siamo costantemente spinti dagli avvenimenti della vita che cambiano continuamente.
E poiché stiamo ondeggiando non cerchiamo di vedere gli opposti.
Ignoriamo tutto ciò che non appartiene ai nostri punti di vista.
Quello che non corrisponde ai nostri punti di vista per noi è il diavolo.
Così camminiamo su una gamba. Tuttavia capiamo che per un equilibrista sarebbe un orrore considerare la sinistra come il diavolo e la destra come desiderabile. Perché l’equilibrista deva inclinarsi ora a destra e ora a sinistra e solo in questo modo egli può avanzare.
C’é il tempo per prendere ed il tempo per lasciare; il tempo per parlare ed il tempo per tacere.
Che significa? Significa che se la gente cerca un rigido codice di verità, se considera la verità come un rigida serie di regole fisse, non la troverà mai.
Niente é lo stesso nel tempo.
Il tempo è cambiamento. E ogni cosa nel tempo cambia tra gli opposti.
Ora é in un modo é ora e nel modo opposto. Nel tempo tutto é governato dagli opposti e oscilla tra di loro.
C'è un tempo per ogni cosa sotto il sole, e ogni cosa nel suo tempo é eccellente.
Tuttavia le persone si aspettano che le cose siano sempre le stesse e quando le cose non corrispondono a quello che loro desiderano,
essi sono incapaci di adattarsi e di assumere impressioni da quel lato della vita, che non corrisponde ai loro punti di vista.
Noi vogliamo, e ci aspettiamo sempre le stesse cose anche se poi ce ne lamentiamo.
La nostra inabilità ad assimilare gli opposti, a vedere le cose da un punto di vista contrario, ad essere consci di entrambi i lati del pendolo ci rende soggetti a monotonia. E questo é basato sul nostro atteggiamento verso la vita che non comprende l’idea degli opposti. Noi insistiamo nel prendere la vita da un solo lato e consideriamo ogni cosa che é contraria ai nostri punti di vista come eccezionale o sfortunata. Il risultato é mancanza di flessibilità. Noi ci incliniamo a destra e rifiutiamo di inclinarci a sinistra quando l’occasione lo richiede. Una cosa vivente sta in uno stato di equilibrio. È equilibrata tra la vita e la morte. Finché fa una distinzione tra se stessa e ciò in cui vive, resta viva.
Ora voi non potete rimanere vivi se avete un'opinione fissa della vita. L’interazione tra la vita e voi finisce. Voi diventate identificati con la vostra visione della vita.
Dobbiamo capire che viviamo su questo pianeta tra gli opposti.
Le nostre vite cono governate dalla legge del pendolo.
Noi tutti ondeggiamo in continuazione. Quando siamo in un opposto siamo inconsapevoli dell'altro e viceversa.
Non si può scappare dagli opposti a meno che non si sappia come fare.
Dovete vedere entrambi i lati di voi stessi, e come un lato aiuta l’altro lato. Questo richiede un doppio pensiero.
Si può anche dire che richiede una doppia consapevolezza. In altre parole richiede auto-conoscenza.
Cosa pensate che significhi auto-conoscenza?
Significa conoscenza di tutti i lati di voi stessi.
Dapprima: “Conosci te stesso”, e poi: “Niente in eccesso”.
Cosa significa “eccesso”? Significa andare troppo lontano o a destra o a sinistra. Ma non significa solo questo. Quando andate troppo lontani a destra siete in eccesso, e dovete andare a sinistra. Niente é più penoso dell’eccessiva bontà.
Per esempio: prendete le persone che sono eccessivamente gentili. Non fanno subito nascere in voi esattamente l'opposto, proprio come le persone che sono eccessivamente crudeli?
Naturalmente ogni forma di vanità e di orgoglio (che formano la falsa personalità), vi fanno pensare che voi potete fare solo il bene, e che dovreste essere considerati con ammirazione.
Ma trovare il proprio equilibrio non ha niente a che fare con la vanità e l'orgoglio.
C’é un detto Sufi: “Ogni vera vita é la pace e l'armonia dei contrari. La morte é dovuta alla guerra tra loro”.

lunedì 29 settembre 2008

Nazim Hikmet sulle note di Jean Micheal Jarre




Amo in te


Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.

amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.


Anche questa mattina

Anche questa mattina mi sono svegliato
e il muro la coperta i vetri la plastica il legno
si son buttati addosso a me alla rinfusa
la luce d’argento annerito della lampada

mi si é buttato addosso anche un biglietto di tram
e il giallo della parete e tre righe di scritto
e la camera d’albergo e questo paese nemico
la metà del sogno caduta da questo lato s’è spenta

mi si è buttata addosso la fronte bianca del tempo
i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto
la nostra separazione e quello che siamo

mi sono svegliato anche questa mattina
e ti amo.



Anima mia


Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà

anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.



Arrivederci fratello mare


Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.


Benvenuta, donna mia, benvenuta!

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d’argento

certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da offrirti

certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido

la mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato

hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre

hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme

ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

venerdì 19 settembre 2008

Se avessi un'astronave spaziale







C'era un tipo che viveva in un abbaino
per avere il cielo sempre vicino
voleva passare sulla vita come un aeroplano
perché a lui non importava niente
di quello che faceva la gente
solo una cosa per lui era importante
e si esercitava continuamente
per sviluppare quel talento latente
che è nascosto tra le pieghe della mente
e la notte sdraiato sul letto, guardando le stelle
dalla finestra nel tetto con un messaggio
voleva prendere contatto, diceva:

"Extraterrestre portami via
voglio una stella che sia tutta mia
extraterrestre vienimi a cercare
voglio un pianeta su cui ricominciare

Una notte il suo messaggio fu ricevuto
ed in un istante é stato trasportato
senza dolore su un pianeta sconosciuto
il cielo un po' più viola del normale
un po' più caldo il sole, ma nell'aria un buon sapore
terra da esplorare, e dopo la terra il mare
un pianeta intero con cui giocare
e lentamente la consapevolezza
mista ad una dolce sicurezza
"l'universo é la mia fortezza!"

"Extraterrestre portami via
voglio una stella che sia tutta mia
extraterrestre vienimi a pigliare
voglio un pianeta su cui ricominciare!"

Ma dopo un po' di tempo la sua sicurezza
comincia a dare segni di incertezza
si sente crescere dentro l'amarezza
perché adesso che il suo scopo é stato realizzato
si sente ancora vuoto
si accorge che in lui niente é cambiato
che le sue paure non se ne sono andate
anzi che semmai sono aumentate
dalla solitudine amplificate
e adesso passa la vita a cercare
ancora di comunicare
con qualcuno che lo possa far tornare, dice:

"Extraterrestre portami via
voglio tornare indietro a casa mia
extraterrestre vienimi a cercare
voglio tornare per ricominciare!
Extraterrestre portami via
voglio tornare indietro a casa mia
extraterrestre non mi abbandonare
voglio tornare per ricominciare!"

martedì 19 agosto 2008

L'uomo macchina



L'uomo è una macchina complicatissima; in realtà egli non è una macchina ma una grossa fabbrica consistente in parecchie macchine diverse, tutte funzionanti a velocità diverse, con carburanti diversi, in condizioni diverse.
Ouspensky - La Quarta Via (pag. 70)


Allorché vedrete, o scoprirete nella vostra memoria, quanto del tutto meccanicamente potete fare le cose più abominevoli, tali che in seguito non potete comprendere come mai abbiate potuto farle, allora saprete cos'è meccanicità. Tutta la nostra vita facciamo meccanicamente ciò che non faremmo mai consapevolmente. Ciò è quanto dobbiamo comprendere. Se guadiamo attraverso la nostra vita, anno dopo anno, mese dopo mese, scorgiamo cose che non avremmo mai fatto consapevolmente, o cose che non abbiamo fatto, e che avremmo fatto se fossimo stati consapevoli. Questo è il modo in cui bisogna pensare circa la meccanicità.
Ouspensky - La Quarta Via (pag. 81)

giovedì 12 giugno 2008

ologrammi

Nel 1982 un'équipe di ricerca dell'Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto quello che potrebbe rivelarsi il più importante esperimento del 20° secolo. Aspect ed il suo team hanno infatti scoperto che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con l'altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. È come se ogni singola particella sapesse esattamente cosa stiano facendo tutte le altre. Questo fenomeno può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente. Poiché la maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l'ipotesi più accreditata è che l'esperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo non-locale. David Bohm, noto fisico dell'Università di Londra, recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicavano che la realtà oggettiva non esiste.

Nonostante la sua apparente solidità, l'universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato. Ologrammi, la parte e il tutto in una sola immagine Per capire come mai il Prof. Bohm abbia fatto questa sbalorditiva affermazione, dobbiamo prima comprendere la natura degli ologrammi. Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l'aiuto di un laser: per creare un ologramma l'oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalità di tali immagini non è l'unica caratteristica interessante degli ologrammi, difatti se l'ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scoprirà che ciascuna metà contiene ancora l'intera immagine della rosa. Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della stessa immagine. Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le informazioni possedute dall'ologramma integro. Questa caratteristica degli ologrammi ci fornisce una maniera totalmente nuova di comprendere i concetti di organizzazione e di ordine. Per quasi tutto il suo corso la scienza occidentale ha agito sotto il preconcetto che il modo migliore di capire un fenomeno fisico, che si trattasse di una rana o di un atomo, era quello di sezionarlo e di studiarne le varie parti. Gli ologrammi ci insegnano che alcuni fenomeni possono esulare da questo tipo di approccio. Questa intuizione suggerì a Bohm una strada diversa per comprendere la scoperta del professor Aspect. Diversi livelli di consapevolezza, diverse realtà Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è un'illusione. Egli sosteneva che, ad un qualche livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali ma estensioni di uno stesso "organismo" fondamentale. Per spiegare la sua teoria Bohm utilizzava questo esempio: immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate anche che l'acquario non sia visibile direttamente ma che noi lo si veda solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l'altra lateralmente rispetto all'acquario. Mentre guardiamo i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano due entità separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse. Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche l'altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l'altro guarderà lateralmente. Se restiamo completamente all'oscuro dello scopo reale dell'esperimento, potremmo arrivare a credere che i due pesci stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente. Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica chiaramente che vi è un livello di realtà del quale non siamo minimamente consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, esse non sono "parti" separate bensì sfaccettature di un'unità più profonda e basilare che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste "immagini", ne consegue che l'universo stesso è una proiezione, un ologramma.
Il magazzino cosmico di tutto ciò che è, sarà o sia mai stato Oltre alla sua natura illusoria, questo universo avrebbe altre caratteristiche stupefacenti: se la separazione tra le particelle subatomiche è solo apparente, ciò significa che, ad un livello più profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate.
Gli elettroni di un atomo di carbonio del cervello umano sono connessi alle particelle subatomiche che costituiscono ogni salmone che nuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo. Tutto compenetra tutto. Sebbene la natura umana cerchi di categorizzare, classificare e suddividere i vari fenomeni dell'universo, ogni suddivisione risulta necessariamente artificiale e tutta la natura non è altro che una immensa rete ininterrotta. In un universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali. Poiché concetti come la località vengono infranti in un universo dove nulla è veramente separato dal resto, anche il tempo e lo spazio tridimensionale (come le immagini del pesce sui monitor TV) dovrebbero venire interpretati come semplici proiezioni di un sistema più complesso. Al suo livello più profondo la realtà non è altro che una sorta di super-ologramma dove il passato, il presente ed il futuro coesistono simultaneamente; questo implica che, avendo gli strumenti appropriati, un giorno potremmo spingerci entro quel livello della realtà e cogliere delle scene del nostro passato da lungo tempo dimenticato. Cos'altro possa contenere il super-ologramma resta una domanda senza risposta. In via ipotetica, ammettendo che esso esista, dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che sia, che sia stata e che sarà, nonché ogni possibile configurazione di materia ed energia: dai fiocchi di neve alle stelle, dalle balene grigie ai raggi gamma. Dovremmo immaginarlo come una sorta di magazzino cosmico di Tutto ciò che Esiste. Bohm si era addirittura spinto a supporre che il livello super-olografico della realtà potrebbe non essere altro che un semplice stadio intermedio oltre il quale si celerebbero un'infinità di ulteriori sviluppi. Poiché il termine ologramma si riferisce di solito ad una immagine statica che non coincide con la natura dinamica e perennemente attiva del nostro universo, Bohm preferiva descrivere l'universo col termine "olomovimento". Affermare che ogni singola parte di una pellicola olografica contiene tutte le informazioni in possesso della pellicola integra significa semplicemente dire che l'informazione è distribuita non-localmente. Se è vero che l'universo è organizzato secondo principi olografici, si suppone che anch'esso abbia delle proprietà non-locali e quindi ogni particella esistente contiene in se stessa l'immagine intera. Partendo da questo presupposto si deduce che tutte le manifestazioni della vita provengono da un'unica fonte di causalità che include ogni atomo dell'universo. Dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è allo stesso tempo parte infinitesimale e totalità di "tutto". Il cervello è un ologramma capace di conservare 10 miliardi di informazioni... Lavorando nel campo della ricerca sulle funzioni cerebrali, anche il neurofisiologo Karl Pribram, dell'Università di Stanford, si è convinto della natura olografica della realtà. Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni '20, avevano dimostrato che i ricordi non risultano confinati in determinate zone del cervello: dagli esperimenti nessuno però riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di conservare i ricordi, fin quando Pribram non applicò a questo campo i concetti dell'olografia. Il Dott. Pribram crede che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tutta l'area del frammento di pellicola che contiene l'immagine olografica. Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe anche in che modo questo organo riesca a contenere una tale quantità di ricordi in uno spazio così limitato. È stato calcolato che il cervello della nostra specie ha la capacità di immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l'equivalente di cinque edizioni dell'Enciclopedia Treccani!) e si è scoperto che anche gli ologrammi possiedono una sorprendente capacità di memorizzazione, infatti semplicemente cambiando l'angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubico di spazio. ... ma anche di correlare idee e decodificare frequenze di ogni tipo Anche la nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall'enorme magazzino del nostro cervello risulta spiegabile più facilmente, se si suppone che esso funzioni secondo principi olografici. Non è necessario scartabellare attraverso una specie di gigantesco archivio alfabetico cerebrale perché ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a tutti gli altri: un'altra particolarità tipica degli ologrammi. Si tratta forse del supremo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata.
Un'altra caratteristica del cervello spiegabile in base all'ipotesi di Pribram è la sua abilità nel tradurre la valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. che esso riceve tramite i sensi, nel mondo concreto delle nostre percezioni. Codificare e decodificare frequenze è esattamente quello che un ologramma sa fare meglio. Così come un ologramma funge, per così dire, da strumento di traduzione capace di convertire un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente, così il cervello usa i principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori. Vi è una impressionante quantità di dati scientifici che confermano la teoria di Pribram, ormai, infatti, condivisa da molti altri neurofisiologi.
Il ricercatore italo-argentino Hugo Zucarelli ha recentemente applicato il modello olografico ai fenomeni acustici, incuriosito dal fatto che gli umani possono localizzare la fonte di un suono senza girare la testa, abilità che conservano anche se sordi da un orecchio. È risultato che ciascuno dei nostri sensi è sensibile ad una varietà di frequenze molto più ampia di quanto supposto. Ad esempio: il nostro sistema visivo è sensibile alle frequenze sonore, il nostro senso dell'olfatto percepisce anche le cosiddette "frequenze osmiche" e persino le cellule del nostro corpo sono sensibili ad una vasta gamma di frequenze. Tali scoperte suggeriscono che è solo nel dominio olografico della coscienza che tali frequenze possono venire vagliate e suddivise. La realtà? Non esiste, è solo un paradigma olografico Ma l'aspetto più sbalorditivo del modello cerebrale olografico di Pribram è ciò che risulta quando lo si unisce alla teoria di Bohm. Perché se la concretezza del mondo non è altro che una realtà secondaria e ciò che esiste non è altro che un turbine olografico di frequenze e se persino il cervello è solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze trasformandole in percezioni sensoriali, cosa resta della realtà oggettiva? Per dirla in parole povere: non esiste. Come avevano lungamente sostenuto le religioni e le filosofie orientali, il mondo materiale è una illusione. Noi stessi pensiamo di essere delle entità fisiche che si muovono in un mondo fisico ma tutto questo fa parte del campo della pura illusione. In realtà siamo una sorta di "ricevitori" che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze e ciò che ne estraiamo lo trasformiamo magicamente in realtà fisica: uno dei miliardi di "mondi" esistenti nel super-ologramma. Questo impressionante nuovo concetto di realtà è stato battezzato "paradigma olografico" e sebbene diversi scienziati lo abbiano accolto con scetticismo, ha entusiasmato molti altri. Un piccolo, ma crescente, gruppo di ricercatori è convinto che si tratti del più accurato modello di realtà finora raggiunto dalla scienza. In un universo in cui le menti individuali sono in effetti porzioni indivisibili di un ologramma e tutto è infinitamente interconnesso, i cosiddetti "stati alterati di coscienza" potrebbero semplicemente essere il passaggio ad un livello olografico più elevato. Se la mente è effettivamente parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra più così strano. Immaginarsi malati, immaginarsi sani Il paradigma olografico ha delle implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realtà non è altro che una illusione olografica, non potremmo più affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum). Al contrario, sarebbe la coscienza a creare l'illusoria sensazione di un cervello, di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come "fisico". Una tale rivoluzione nel nostro modo di studiare le strutture biologiche ha spinto i ricercatori ad affermare che anche la medicina e tutto ciò che sappiamo del processo di guarigione verrebbero trasformati dal paradigma olografico. Infatti, se l'apparente struttura fisica del corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza, risulta chiaro che ognuno di noi è molto più responsabile della propria salute di quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina. Quelle che noi ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realtà essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienza che provochi dei cambiamenti nell'ologramma corporeo. Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di guarigione alternative come la "visualizzazione" risultino così efficaci perché nel dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo reali quanto la "realtà". Il mondo concreto è una tela bianca che attende di essere dipinta Perfino le visioni ed altre esperienze di realtà non ordinaria possono venire facilmente spiegate se accettiamo l'ipotesi di un universo olografico. Nel suo libro "Gifts of Unknown Things", il biologo Lyall Watson descrive il suo incontro con una sciamana indonesiana che, eseguendo una danza rituale, era capace di far svanire istantaneamente un intero boschetto di alberi. Watson riferisce che mentre lui ed un altro attonito osservatore continuavano a guardare, la donna fece velocemente riapparire e scomparire gli alberi diverse volte. Sebbene le conoscenze scientifiche attuali non ci permettano di spiegare tali fenomeni, esperienze come queste diventano più plausibili qualora si ammetta la natura olografica della realtà.
Forse siamo tutti d'accordo su cosa esista o non esista semplicemente perché ciò che consideriamo "realtà consensuale" è stato formulato e ratificato ad un livello della coscienza umana nel quale tutte le menti sono illimitatamente collegate tra loro. Se ciò risultasse vero, sarebbe la più profonda ed importante di tutte le conseguenze connesse al paradigma olografico, implicherebbe infatti che esperienze come quella riportata da Watson non sono comuni solo perché non abbiamo impostato le nostre menti con le convinzioni atte a renderle tali. In un universo olografico non vi sono limiti all'entità dei cambiamenti che possiamo apportare alla sostanza della realtà perché ciò che percepiamo come realtà è soltanto una tela in attesa che noi vi si dipinga sopra qualunque immagine vogliamo. Tutto diviene possibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti da Carlos Castaneda durante i suoi incontri con don Juan, lo sciamano Yaqui descritto nei suoi libri. Tutto questo non sarà né più né meno miracoloso della capacità che abbiamo di plasmare la realtà a nostro piacimento durante i sogni. Tutte le nostre convinzioni fondamentali dovranno essere riviste alla luce della teoria olografica della realtà.

lunedì 9 giugno 2008

domenica 8 giugno 2008

Messaggi Subliminali 1



http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/cervello2/messaggi-subliminali/messaggi-subliminali.html

Una ricerca britannica evidenzia per la prima volta
come certe immagini "nascoste" vengano registrate
Studio: i messaggi subliminali
lasciano una traccia nel cervello

ROMA - La notizia farà gongolare i pubblicitari, alla continua ricerca di modi per conquistare fette di mercato per i propri clienti. E riflettere tutti noi. "I messaggi subliminali lasciano una traccia evidente nel cervello. Dunque - spiegano i ricercatori britannici dell'University College di Londra su Current Biology - le immagini che vengono percepite dalla nostra retina, pur se non catturano la nostra attenzione consapevole, marchiano il lobo occipitale della corteccia cerebrale"

"In pratica, il cervello umano si attiva e processa delle informazione che noi non siamo neppure consapevoli di aver raccolto", dicono gli scienziati che hanno sottoposto un gruppo di volontari a risonanza magnetica per osservare l'attività cerebrale, e capire se immagini e messaggi 'nascosti' lasciano traccia.

"I segni ci sono - aggiungono i ricercatori - quello che invece non possiamo affermare con certezza è se i messaggi subliminali condizionano effettivamente le persone, inducendole a comprare prodotti di cui razionalmente farebbero anche a meno.

Personalmente - aggiunge il coordinatore dello studio, Bahador Bahrami - credo che un condizionamento ci sia". Non è un caso - concludono gli scienziati - che la pubblicità subliminale sia vietata in Gran Bretagna, mentre è ancora legale in Usa.

(8 marzo 2007)

martedì 20 maggio 2008

I "benpensatori"



Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo, il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere e non far partecipare nessun altro, nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro: niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perchè gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili. Sono tanti arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, sono replicanti, sono tutti identici guardali stanno dietro a machere e non li puoi distinguere. Come lucertole si arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano. Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno, spendono, spandono e sono quel che hanno.
Sono intorno a me ma non parlano con me...
e come le supposte abitano in blisters full-optiona, con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland, vivon col timore di poter sembrare poveri, quel che hanno ostentano e tutto il resto invidiano, poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono: parton dal pratino e vanno fino in cielo, han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo e sono quelli che di sabato lavano automobili che alla sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli, medi come i ceti cui appartengono, terra-terra come i missili cui assomigliano. Tiratissimi, s'infarinano, s'alcolizzano e poi s'impastano su un albero, boom! Nasi bianchi come Fruit of the Loom che diventano più rossi d'un livello di Doom...
Sono intorno a me ma non parlano con me...
Ognun per se, Dio per se, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica, mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano. Mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli. Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv, che fanno i boss, che compran Class, che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara ma l'unica che accendono è quella che dà loro l'elemosina ogni sera, quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera...
Sono intorno a me ma non parlano con me

venerdì 16 maggio 2008

Musica Biologicamente Sensata

Mozart, Sinfonia n.40



Notturno in DO#minore, Chopin



Schubert: Heidenroslein

martedì 6 maggio 2008

I gruppi del quelchevuoitu (parte2)

Per dire la verità bisogna essere capaci di conoscere cosa è la verità e cos'è una menzogna, prima di tutto in se stessi.

La Menzogna è un ostacolo al lavoro su di sé, ed è uno dei più invisibili. Il principio del mentire nel lavoro non si riferisce ad un'evidente falsificazione di qualcosa, ma la sottile convinzione di sapere cose "normali" di cui in realtà non si sa nulla.
Chi mente è convinto di quello che dice, per questo non considera di stare mentendo. La personalità si nutre della menzogna per affermare se stessa nel mondo. L'uomo che mente bene è un uomo interessante.Bisogna imparare a dire la verità. Le persone mentono di continuo agli altri e a sé stesse, per questo nessuno comprende ne gli altri ne se stesso.

Domandati: potrebbero esserci tante discordie, profondi malintesi e tanto odio verso il punto di vista o l'opinione altrui se le persone fossero capaci di comprendersi l'un l'altro?


G.I.G.

martedì 29 aprile 2008

I gruppi del quelchevuoitu

Da nuovamedicinagermanica.it
Domanda 6. Puoi dire, Geerd, come le persone possono comprendere la NMG e che cosa ne pensi dei gruppi di studio?

Dottor Hamer. E’ molto difficile tutta la nostra situazione della NMG. Quando hai un gruppo di studio puoi praticare la NMG solo in teoria, perché quando vuoi applicarla la medicina ufficiale dice "No, non si può".

Hanno tentato di farli in segreto, ma ... E’ una situazione molto brutta.

Abbiamo bisogno di sanatori, dove i pazienti abbiano la tranquillità di stare al sicuro, dove i dottori conoscono molto bene la NMG e abbiano a disposizione reparti come una piccola chirurgia oppure una terapia intensiva, casomai insorgano complicazioni.

Oggi come oggi, nel caso di una piccola complicazione, i pazienti devono andare in ospedale ed è orribile, perché i medici ospedalieri li puniscono immediatamente per non aver seguito fin da subito i canali ufficiali.

Per quel che è la mia esperienza, quasi tutti questi pazienti vengono uccisi in ospedale, puniti con la morte solo per non aver voluto seguire i dettami della medicina ufficiale.


Non pensate che si possa immediatemente formare un gruppo. E' ua cosa troppo grande. Un gruppo si costituisce per un lavoro ben coordinato, per uno scopo ben definito. Bisognerebbe avere fiducia reciproca. Allora qeusto sarebbe un gruppo. Fino a quando viè un lavoro generale, non può trattarsi che di un lavoro preparatorio. Noi dobbiamo prepararci per diventare un giorno un vero gruppo. Ma non è possibile prepararci se non tentando di imitare un gruppo tale quale dovrebbe essere; imitandolo interiormente beninteso, e non esteriormente.
Che cosa è necessario per questo? Prima di tutto dovete comprendere che in un gruppo tutti sopno responsabili gli uni verso gli altri. L'errore di uno solo è considerato come l'errore di tutti. Questa è la legge. E questa legge è ben fondata, perchè come vedrete più tardi, ciò che è acquisito da uno solo, è acquisito da tutti nello stesso istante.
La regola della responsbilità comunedeve essere sempre tenuta presente. Essa ha ancora un altro aspetto. I membri di un gruppo non sono soltanto responsabili degli errori degli altri, ma anche delle loro sconfitte. Il successo di uno di essi è il successo di tutti; la sconfitta di uno di essi è la sconfitta di tutti. Un grnde errore commesso da uno di essi, come la violazione di una regola fondamentale, conduce inevitabilmente alla dissoluzione dell'intero gruppo.
Un grupp deve lavorare come una macchina. Ma le parti della macchina devono conoscersi tra loro e aiutarsi a vicenda. In un gruppo nono possono esserci interessi personali che si oppongono agli interessi dgli altri o agli interessi del lavoro, e non possono esserv simpatie o antipatie personali che impediscano il lavoro. Tutti i membri di un gruppo sono amici e fratelli, ma se uno di essi se ne va, e soprattutto se è rinviato dal Maestro, cessa di essere un amico e un fratello e diventa immediatamente un estraneo, è come un membro tagliato. Questa legge può sovente mostrarsi molto dura, nondimeno è indispensabile. Supponiamo che due amici di lunga data entrino insieme in un gruppo; in seguito uno di essi se ne va. L'altro da quel momento non ha più diritto di parlargli del lavoro del gruppo. Colui che se ne è andato sente questo silenzio come un'offesa incomprensibile, ed essi bisticciano. Allo scopo di evitare tutto ciò, quando si tratta di relazioni come: marito e moglie, madre figlia,ecc, noi li consideriamo come uno: vale a dire marito e moglie sono contati come un solo memebro. Per cui se unio di essi non può continuare a lavorare e se ne va, l'altro è considerato come colpevole e deve andarsene.
In più dovete ricordarvi che non posso aiutarvi nelle misura in cui voi mi aiutate. E' il vostro aiuto soprattutto all'inizio vi verrà attribuito non secondo i suoi risultati effettivi, che saranno quasi certamente nulli, ma secondo il numero e l'importanza dei vostri sforzi.

G.I.G.

domenica 27 aprile 2008

A e B



A incontra B. A e B sono amici da lungo tempo.

A- Sai amico B, ho letto una cosa su Internet. C'è un medico tedesco bastonato da tutti (l'hanno anche messo in galera due volte) che dice che tutta la medicina è sbagliata e ha scoperto 5 leggi biologihe che spiegano invece come stanno le cose. Pensa che bello che sarebbe un mondo senza la paura della malattia.
B-Ma vah....sarà il solito santone di turno...
A- Ma no, ti dico di no. Ho verificato su di me le sue scoperte. Sono leggi naturali che non sono mai state smentite. E' troppo bello: finalmente ho capito cos'è una malattia.
A spiega entusiasta a B la Germanica
B- Vuoi dire che quando sto male e vado dal medico della mutua, lui mi precrive farmaci inutili e addiritura dannosi quando ho il cancro? Ma poi sta NMG non ha nemmeno una terapia. E' un sistema diagnostico no?...e cosa dovrei fare allora? Starmene lì disteso a contorcermi dai dolori, che intanto passa, pur sapendo tutto quello che è successo? E che mi dici di 200 anni di microbiologia, Pasteur, ecc spazzati via senza ritegno. A cosa sono serviti allora?...preferisco affidarmi a chi sà, cioè al mio medico. Tu sei solo un cameriere; che ne capisci di medicina.
A, che non aveva fatto corsi ma aveva compreso il senso della Germanica autonomamente , rimase esterefatto. Non sapeva cosa rispondere e la discussione finì lì.
B poco dopo si ammalò di cancro e morì di chemio e morfina.

La civiltà contemporanea vuole degli automi. Le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza, diventando sempre più simili ad automi, a pezzi di macchine. Non è possibile dire come finirà tutto questo nè come uscirne, e neppure se cisarà una fine o uina via d'uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell'uomo non fa he aumentare. L'uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene:incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero. E nulla di più terribile potrebbe accadere a un uomo.

Gurdjeff

martedì 22 aprile 2008

La QUARTA VIA

Non avete nessuna ragione per credermi.
Vi domando di non credere a nulla che non potete verificare per voi stessi…
Se non avete una mente critica, la vostra visita qui è inutile.
G.I. Gurdjieff




C'è un insegnamento profondo nella Nuova Medicina Germanica. Da essa l'Uomo capisce che è un essere meccanico. E non solo. La Nuova Medicina Germanica è apparentemente una materia scientifica, ma da essa possiamo accostarci a una visione cosmica della vita, dove l'uomo non occupa che una piccola parte. Se le Leggi biologiche valgono per tutti gli esseri viventi sulla Terra, allora mi chiedo che cosa determina la distinzione degli esseri viventi sulla Terra. Se il nostro codice biologico è uguale a quello degli animali e delle piante, allora in cosa siamo diversi da tutti gli altri esseri viventi? Qualcuno (e purtroppo non a torto) definisce l'uomo come un animale parlante.
Abbiamo bisogno di una conoscenza che permetta di spiegare chiaramente cos'è e come funziona un'essere umano e quale funzione ha nel cosmo.

giovedì 17 aprile 2008

La base neurale dei processi mentali

Cerchiamo di capire cosa succede nel corpo umano durante uno stato emozionale e perchè è conveniente rinunciare ai “demonietti” (ira,invidia,odio, rabbia, gelosia, orgoglio, vanità, etc...).
Nell’emozione, il diencefalo che riceve stimoli eccita a sua volta i muscoli scheletrici e le viscere mediante una “scarica discendente”, mentre la componente soggettiva, l’affetto, è data da una “scarica ascendente” verso la corteccia cerebrale. La scarica discendente è stata studiata minuziosamente nelle sue componenti simpatico-adrenergiche (dilatazione pupillare, sudorazione, tachicardia, inibizione della peristalsi intestinale, etc.)
Si è dimostrata la partecipazione delle “isole del Langerhans” (parte endocrina del pancreas), il quale poi si ramifica nelle sue plurime componenti viscerali.
La scarica vago-insulinica è apparentemente assurda, poichè in contrasto con l’azione simpatico-adrenergica da cui è solitamente mascherata; questo è un aspetto della cooperazione delle due branche del sistema neurovegetativo usualmente considerate antagoniste. In effetti l’aumento dell’insulina circolante facilita l’utilizzo del glucosio quale “carburante” per le situazioni di emergenza (difesa, attacco, ecc.).
Il pioniere di queste ricerche a livello fisiologico è stato W. B. Cannon negli anni ’30.
La reazione delle viscere in situazioni di emergenza provoca a volte gravi danni e la soluzione a ciò è incredibilmente elementare. Il paziente che presenta la patologia si trova sempre ad essere in uno stato di depressione più o meno confessata: vive in ansia, carico di paura e di tristezza e non vede alcuna via d’uscita poichè non si sente amato. Quando di reca dal medico, egli si rende conto che nemmeno questi lo ama. Quando si reca dallo psicoterapeuta, ecco che viene trattato “professionalmente” e con distacco.
Il donargli amore può guarire questa persona anche istantaneamente.


LA SCARICA DISCENDENTE

Per analizzare debitamente la scarica discendente è conveniente distinguere in essa tre componenti:
1. componente somatica
2. componente viscerale
3. componente endocrina

1. COMPONENTE SOMATICA
Nei distinti stati emozionali il tono muscolare varia in modo considerevole.
Durante uno stato di collera o di paura, i muscoli che possono venire utilizzati nell’attacco o nella difesa di contraggono.
Al contrario, in situazioni di soddisfazione o di piacere detti muscoli si rilassano.
Esempio: è noto che le persone ansiose denunciano spesso dolori muscolari, tra cui predomina un dolore alla nuca, sintomo tra i più frequenti nei pazienti sofferenti d’ansia, e ciò è dovuto alla contrazione dei muscoli occipitali.
Ancora più comune è soffrire di dolori muscolari nella zona del tronco o nelle membra, in seguito ad un episodio di collera o di paura intensa.
Si può affermare che la componente somatica si differenzia nei distinti stati emozionali, soprattutto in relazione alla muscolatura scheletrica ed all’espressione del volto. E’ noto infatti che è possibile giudicare lo stato emozionale di una persona dall’espressione del suo volto.
Un certo Duchenne ha addirittura dimostrato che è possibile, negli esseri umani, riprodurre l’espressione corrispondente ai vari stati emozionali stimolando elettricamente i vari gruppi muscolari.
Queste risposte somatiche motorie, evidenziata ad esempio nei muscoli facciali, hanno origine in regioni subcorticali; infatti esse sono conservate nei malati emiplegici ed assenti nei malati extrapiramidali. Nel caso dell’emiplegia nei quali una lesione del sistema nervoso a livello delle vie centrali di moto (fibre piramidali) ha provocato la paralisi completa di un’intera metà del corpo, è presente un’interruzione della via cortico-spinale. I malati extrapiramidali, (essendo il sistema extrapiramidale un sistema tonico-muscolare le cui funzioni si svolgono al di fuori del sistema della motilità volontaria rappresentato dai centri e dalle vie piramidali) presentano disturbi del tono muscolare, della statica o rigidità muscolare ed addirittura ipomimica come nel morbo di Parkinson.

2. COMPONENTE VISCERALE
Un numero considerevole di esperimenti su animali e di osservazioni cliniche ha dimostrato che, contrariamente alle convinzioni di neurologi tradizionalisti, il sistema simpatico ed il parasimpatico sono in grado di scaricare sia assieme in forma massiva, sia isolatamente l’uno dall’altro, sia in forma intermittente, frammentaria o parziale.
Questo avviene nonostante il sistema simpatico abbia la tendenza a scaricare in forma totale, inibendo organi come intestino o pancreas. Il sistema parasimpatico invece ha la tendenza a scaricare in forma parziale, determinando ad esempio una superproduzione di enzima nel colon, che probabilmente condurrà ad uno stato ulceroso dovuto all’aumento dell’acidità.
Nell’ambito delle relazioni psicofisiologiche uno dei problemi maggiormente dibattuti riguarda la possibilità di una corrispondenza tra stato emozionale (paura, ira, tristezza, ecc.) e riflesso viscerale specifico. Si è già potuto osservare che ciò accade nella componente somatica, ed è quindi probabile che ci sia una specificità anche nella componente viscerale. Ad esempio la vergogna si accompagna spesso ad un arrossamento del volto (dilatazione dei vasi facciali periferici) e la tristezza al pianto.
Quanto un organo viscerale ha una reazione, questa avviene con un incremento delle sue funzioni o con una inibizione globale delle stesse.
Si è osservato che tanto la sensazione piacevole del disporsi a mangiare quanto quella spiacevole che si crea nei sentimenti di angoscia ed aggressività si accompagnano, perlomeno in alcuni individui, ad un aumento globale della funziona gastrica (ipervascolarizzazione, ipersecrezione, ipermotilità).
La paura invece si accompagna a pallore iposecrezioni, ipomobilità ed inoltre ad una diminuzione dell’attività renale.
Ad ogni modo non si deve mai generalizzare, poichè si è osservato come una stessa emozione sia in grado di produrre in un individuo un aumento ed in un altro un abbassamento della pressione arteriosa.
Proseguendo l’indagine sulla componente viscerale delle emozioni, si è visto che la condizione di eccitazione è l’emozione meno differenziata; collera e paura, poco differenziabili tra loro, producono effetti viscerali, mentre nell’amore si ha una situazione diversa. Quando l’amore si converte in eccitazione erotica il suo effetto viscerale è simile alla collera o alla paura (vedi effetti negativi del demonietto della lussuria).
Bisogna ammettere che la specificità della scarica viscerale nelle emozioni non è ancora sufficientemente spiegata e chiarita. Infatti spesso non vi è un confine definito tra un’emozione e l’altra, per cui esse si fondono e si nota uno slittamento tra un sentimento e l’altro.
Alla luce degli avvenimenti noti si può affermare che entro certi limiti gli stati emozionali hanno una propria corrispondenza in una componente viscerale.

3. COMPONENTE ENDOCRINA



Già nei tempi antichi si presumeva che le ghiandole a secrezione interna avessero un ruolo importante nelle emozioni. L’ipotalamo stabilisce con una combinazione di messaggi chimici ed elettrici delle relazioni neurali dirette al sistema endocrino, interessando soprattutto due organi bersaglio:
1. lobo posteriore dell’ipofisi (neuroipofisi)
2. sostanza midollare delle ghiandole surrenali
La neuroipofisi è in continuità, tramite il peduncolo ipofisario, con due zone dell’ipotalamo, il “tuber cinereum” e “l’infundibulum”, i cui nuclei riversano il loro neurosecreto nell’adenoipofisi, costituendo il “sistema portale ipotalamo-ipofisario”. La sostanza midollare surrenale produce due ormoni, adrenalina e noradrenalina, la cui funzione è correlata con quella del sistema nervoso ortosimpatico. L’ipotalamo si collega con questa zona tramite fasci nervosi che scendono lungo il midollo spinale e si diramano a costituire le fibre dell’ortosimpatico.
Il nervo vago non sembra svolgere una funzione essenziale per pancreas e tiroide: le fibre vagali che penetrano negli isolotti di Langerhans non sono molto numerose, come neanche sembrano essere importanti per la loro funzione secretoria le fibre vegetative che riceve la tiroide.
E’ probabile che l’ipotalamo eserciti una certa azione sulla tiroide, ma sarà per via ormonale e non nervosa.
Ultimamente sono stati studiati gli steroidi, ormoni secreti dalla sostanza corticale surrenale. Questa non è sotto il controllo nervoso diretto, bensì è stimolata dall’ormone adrenocorticotropo (ACTH), prodotto dall’adenoipofisi. La sua secrezione è stimolata dall’adrenalina e regolata sia mediante un meccanismo di controllo reciproco, bio-feedback negativo, dal tasso emetico di steroidi (cortisolo), sia per stimolazione diretta dell’ipotalamo.
La reazione fisiologica della sostanza midollare delle ghiandole surrenali, il realtà risponde ad una richiesta di emergenza e deve essere di breve durata, in quanto la sua presenza implica il sacrificio delle normali funzioni dell’organismo. La secrezione prolungata e continua di adrenalina in una situazione di minaccia conduce alla morte.
Quando una situazione di emergenza si fa persistente, la corteccia surrenale entra in gioco, attivata dall’ormone secreto dell’adenoipofisi (ACTH), e la sua partecipazione determina reazioni irreversibili.
In situazioni di stress, in cui persistano anche stati di collera o paura, l’organismo manifesta una reazione che può essere suddivisa in tre fasi distinte:
1. Fase di allarme: caratterizzata da fenomeni quali l’involuzione del timo e del tessuto linfatico e l’ipertofia delle ghiandole surrenali, che soffrono di disturbi microscopici e chimici. In questa fase possono presentarsi ulcere gastriche superficiali.
Nel caso in cui l’attacco contro l’organismo continui, questi continua a reagire entrando così nella seconda fase:
2. Fase di resistenza: caratterizzata da una speciale degenerazione dei piccoli vasi, elemento comune a molte patologie di adattamento come artrite reumatoide, periartrite nodosa, ipertensione maligna, etc.
Se la situazione di attacco persiste ancora la reazione entra nella terza fase:
3. Fase di esaurimento totale: caratterizzata dalla ricomparsa dei sintomi della prima fase, che portano l’organismo alla morte.
Nelle situazioni di eccitazione emozionale l’ipotalamo stimola l’ipofisi posteriore (neuroipofisi) a secernere l’ormone antidiuretico (ADH), mentre negli stati di eccitazione sessuale la stimola a produrre l’ossitocina, ormone attivo per favorire il processo di fecondazione e la stimolazione della muscolatura liscia nell’utero gravido.
Le reazioni in risposta ad altri problemi fondamentali nella relazione ipotalamo-secrezioni interne nelle emozioni è ancora sconosciuta.
Nonostante ciò è innegabile che a livello ipotalamico il terapeuta è in grado di agire direttamente sulle secrezioni che influiscono su metabolismo, crescita, condotta sessuale ed altri processi fisiologici.
La scarica discendente possiede una grande importanza di cui nessuno pare rendersi conto.
Poche reazioni fisiologiche influiscono su un insieme così vasto di organi come le emozioni. E’ sorprendente che il persistere di un’emozione cosciente o non cosciente possa causare danni organici tanto gravi.


LA SCARICA ASCENDENTE O IPOTALAMO-CORTICALE

L’ipotalamo è considerato il centro principale del sistema nervoso autonomo, capace di produrre scariche che stimolano la corteccia cerebrale. Il fatto che ciò avvenga nelle emozioni è ormai noto.
Durante l’elettroencefalogramma si è frequentemente osservato che nel soggetto in esame, trovandosi esso in una condizione di eccitazione emozionale, si producono dei cambiamenti nelle reazioni corticali; questi consistono nella sparizione del ritmo alfa nelle aree frontali-occipitali e nell’apparizione di onde di basso voltaggio e di alta frequenza.
Producendo una diminuzione dell’attività della corteccia cerebrale mediante anestesia con Dial, la stimolazione elettrica dei tubercoli mammillari genera una scarica nella corteccia cerebrale in forma generalizzata. Secondo gli esperti questo dimostrerebbe l’esistenza di una scarica ascendente, inibita parzialmente dalla corteccia cerebrale, che inibisce pure quella discendente.
L’Archipallium o Rinencefalo fino a poco tempo fa era considerato solo come il centro dell’olfatto, ma ora si sta osservando che anch’esso è in relazione con le emozioni. Si pensa che l’ipotalamo, il nucleo anteriore del talamo. il cingulum, l’ippocampo e le connessioni che uniscono queste strutture costituiscano un unico sistema anatomico e funzionale, sede, o meglio “radar canalizzatore” delle emozioni.
Il Rinencefalo, chiamato anche “cervello viscerale”, include le seguenti formazioni: l’ippocampo, le tonsille, la superficie orbitale dei lobi frontali, l’insula, il girus cingulum e la circonvallazione dell’ippocampo o asta di Amon, strutture in connessione tra di loro.
E’ stato sufficientemente dimostrato che il Rinencefalo ha poco a che fare con l’olfatto. Ormai si può affermare che il lobo temporale, ricevendo poche fibre dal talamo, è un’area associativa per eccellenza, in cui entrano in relazione sensazioni olfattive, gustative, visive, uditive e sessuali.
Per ragioni di tempo e di spazio abbiamo omesso ulteriori informazioni di carattere anatomico sulle risposte emozionali durante l’inibizione di specifiche strutture cerebrali. Queste saranno eventualmente fornite su richiesta degli interessati.
Ciò che per noi è essenziale in questa sede è puntualizzare che fisiologicamente la scarica ipotalamo-corticale è l’origine dello stato affettivo delle reazioni mentali nelle emozioni. Poichè esiste uno stato affettivo proprio di ogni emozione, possiamo concludere che ad ogni stato emozionale corrisponde una modalità di scarica ipotalamo-corticale.

domenica 13 aprile 2008

Cervello e sistema nervoso


Il sistema nervoso è la sede dell'assunzione, dell'elaborazione e trasmissione delle informazioni; in altre parole è un sistema di regolazione delle funzioni coporee e "fa concorrenza" al sistema endocrino. Il sistema nervoso è un complesso sistema elettrochimico, comnposto da oltre 1000 miliardi di cellule, che viaggia a 400 km all’ora e che assorbe il 20% dell’ossigeno del nostro organismo.
Encefalo e midollo spinale formano il sistema nervoso centrale o asse cerebrospinale che è in grado di raccogliere, trasmettere e integrare le informazioni. Il sistema nervoso periferico, formato dai nervi spinali, dai nervi cranici e dal sistema vegetativo, svolge essenzialmente la funzione di trasmissione del segnale: segnali afferenti da un'unità periferica (organo) o efferenti verso un'unità periferica decorrono in fibre separate (assoni) generalmente raggruppate in un fascio di conduzione unitario (nervo). Un nervo contiene esclusivamente assoni, cellule di Schwann e tessuto connettivo. I corpi delle cellule nervose sono raggruppati nei gangli nervosi del sistema nervoso periferico e nei nuclei del midollo spinale e dell'encefalo, che costituiscono dei pool neuronali con specifiche caratteristiche di organizzazione ed elaborazione dei segnali.






L'encefalo, con un peso di 1,3-1,5 kg, è il secondo organo più pesante del corpo dopo il fegato. A riposo, il 25% dell'energia metabolica viene utilizzata per rifornire il cervello (8-10% in più rispetto agli altri primati non umani). Le strutture più antiche ("inferiori") si trovano in profondità (inferiormente e immediatamente sopra il forame occipitale), mentre le componenti più recenti ("superiori") si collocano sopra di esse.
Il midollo allungato (bulbo) è la parte più antica e la sua struttura si continua col midollo spinale (di cui ricorda la struttura metamenrica). Nel midollo allungato i fasci motori, provenienti dalla corteccia cerebrale e diretti al midollo spinale, formano le piramidi, dove avviene la loro decussazione (incrocio a X).
Il bulbo o midollo allungato, attraverso confini ben delineati, continua col ponte (ponte di Varolio) a cui si unisce il mesencefalo (o mesoencefalo), che assume una posizione mediana fra le regioni cerebrali antiche e recenti. All'interno del mesencefalo è presente il nucleo rosso. Il midollo allungato e il ponte formano il romboencefalo. Il romboencefalo più il mesoencefalo fomano il tronco encefalico.
I nervi cranici (nervi encefalici) sono un gruppo di nervi che invece di avere origine dal midollo spinale, partono direttamente dal tronco encefalico costituendo l'innervazione motrice e sensitiva della testa nonchè l'innervazione viscerale, sia in uscita che in entrata (efferente e afferente), degli importanti centri del sistema nervoso parasimpatico che controllano l'attività dei visceri della testa, del collo, del torace e dell'addome. Nell'anatomia umana ci sono dodici paia di nervi cranici (destri e sinistri), numerati dall'alto verso il basso con numeri romani. Essi hanno un'organizzazione più complessa rispetto ai nervi spinali. Anche i nuclei dei nervi cranici (nuclei encefalici), ossia le zone in cui sono situati i corpi cellulari dei neuroni corrispondenti, sono più complessi di quelli spinali. La sostanza grigia, a differenza del midollo spinale, non è raccolta in un'unica formazione ma è suddivisa in vari nuclei in parte ai nervi encefalici. Quasi tutti i nervi cranici sono connessi a dei nuclei di materia grigia all'interno del tronco encefalico e gli assoni da e per i nervi cranici incontrano le loro sinapsi all'interno di questi nuclei. Come nel midollo spinale, anche i nuclei del tronco encefalico sono divisi in anteriori motori (somatici) e posteriori sensoriali. Nel tronco encefalico vi sono inoltre nuclei non direttamente connessi all'origine dei nervi encefalici, detti nuclei propri, e la formazione (sostanza) reticolare (antica formazione nervosa dalla citoarchitettonica caratteristica, costituita da varie tipologie neuronali aggregate in piccoli nuclei, nell'ambito di un complesso reticolato di fibre nervose che si estende per tutto il tronco encefalico). Fra quesi nuclei citiamo, per l'importanza rivestita nel sistema dell'equilibrio e postura, i nuclei vestibolari e i nuclei oculomotori.
Il ponte presenta importanti connessioni col cervelletto che è la seconda regione dell'encefalo più voluminosa dopo il "cervello superiore". Esso si appoggia posteriormente al romboencefalo piegandone anteriormente l'asse, così che il ponte si trova ad appoggiarsi direttamente sulla base cranica. Il cervelletto è diviso in due emisferi cerebellari divisi dal verme, sulla cui faccia anteiore è presente il flocculo. Esso è costituito da regioni antiche (verme, flocculo e il quarto anteriore dei due emisferi) e regioni recenti (compartimenti posteriori degli emisferi), che rappresentano la parte più estesa, con funzioni diverse. All'interno della sostanza bianca, in profondità, sono situati i nuclei cerebellari (ammassi di sostanza grigia) di cui, il nucleo dentato, risulta particolarmente sviluppato. La sostanza grigia della corteccia cerebellare (ca. 1 mm di spessore) si ripiega in superficie per accogliere il maggior numero possibile di neuroni.
Superiormente al mesoencefalo (mesencefalo) troviano il diencefalo composto fondamentalmente dal talamo destro e sinistro e dall'ipotalamo posto al centro, quest'ultimo è collegato con la ghiandola endocrina ipofisi (sistema neuroendocrino), con la sostanza reticolare e col sistema limbico. Il sistema o lobo limbico rappresenta quei giri corticali, filogeneticamente più antichi, che circondano ad anello il tronco encefalico e comprende l'amigdala, l'ippocampo, i corpi mammillari ed il giro del cingolo o cingolato (immagine). Il sistema limbico è un circuito costituito da un insieme di centri corticali e subcorticali fra loro interconnessi da proiezioni di fasci di fibre nervose (tra cui le più importanti sono la fornice che unisce ippocampo e diencefalo e la stria terminale che collega l'amigdala all'ippocampo) che trasportano specifici neurotrasmettitori. Notevole è l'importanza dell'insieme ipotalamo-sistema limbico relativamente a numerose funzioni vitali dell'organismo.
Il telecenfalo, considerato dai fisiologici e dai neuroclinici il "cervello" in senso stretto, è la parte di gran lungo più voluminosa dell'encefalo e ricopre tutte le precedenti strutture. Il telencefalo risulta diviso in due emisferi (destro e sinistro) uniti tra loro profondamente, all'interno della scissura interemisferica (in cui penetrano le meningi), da fasci di fibre nervose che formano un nucleo di sostanza bianca chiamato corpo calloso. Ogni emisfero è diviso in 4 lobi (frontale, parietale, temporale e occipitale) in cui si identificano aree (aree di proiezione) con funzioni motorie o sensitive prevalentemente specifiche.
La parete degli emisferi cerebrali è la corteccia cerebrale costituita da sostanza grigia ricca di neuroni che riveste la sostanza bianca formata da fibre nervose (assoni). Per far fronte all'aumento del numero delle cellule cerebrali nel corso dello sviluppo evolutivo (nell'uomo sono ca. 10 miliardi), la corteccia cerebrale, come nel cervelletto, ha dovuto ripiegarsi su se stesso, formando le circonvoluzioni (nel regno animale è possibile dimostrare che all'aumentare delle capacità intellettive corrisponde un aumento della complessità delle circonvoluzioni cerebrali).
L'organizzazione dell'encefalo non si differenzia in modo sostanziale da quella del midollo spinale ma solo nel telencefalo e nel cervelletto è la sostanza grigia (corpi di cellule nervose e fibre nervose amieliniche) a circondare la bianca (fibre nervose mieliniche). Il vantaggio di questo tipo di organizzazione, rispetto a quallo presente nel midollo spinale e nel troncoencefalo (sostanza bianca all'esperno e grigia all'interno), è di consentire vie di collegamenti più brevi (questo vantaggio è sfruttato anche nei computer moderni in cui le chips sono poste esternamente e il cablaggio internamente). Analogamente al cervelletto, all'interno della sostanza bianca, in profondità, sono situati i nuclei della base (globo pallido, sostanza nera, putamen e nucleo caudato; quest'ultimi due spesso compresi nel "corpo striato").
Quanto più una porzione cerebrale è recente, tanto più complesse sono le sue funzioni. Il midollo allungato contiene i centri vegetativi vitali (in particolare repiratori e circolatori) e collabora strettamente con il ponte, il cervelletto e il mesencefalo in quella che sembra essere la loro funzione principale ovvero la regolazione dell postura in statica e in movimento (situazione simile è presente nei vertebrati inferiori). Il talamo è il centro riflesso delle emozioni che provocano il pianto e il riso controllandone la motilità relativa e la sensibilità degli imput ricevuti dai recettori periferici,
L'ipotalamo e il sistema limbico, con il quale è funzionalmente e strutturalmente collegato, presiedono a quei meccanismi vitali che hanno lo scopo di mantenere costanti le condizioni dell'ambiente interno (omeostasi) e di provvedere alla conservazione dell'individuo e della specie, esercitando il controllo sulle sue emozioni e sulla sessualità: regolazione del sistema nervoso autonomo e dell'apparato endocrino, della temperatura corporea, del ciclo sonno/veglia, della frequenza cardiaca, della pressiona arteriosa, dell'osmolarità del sangue, dell'assunzione di cibo e acqua, della secrezione, acida dello stomaco, del metabolismo dei glicidi e dei grassi, delle emozioni e delle funzioni sessuali. L'ippocampo e' inoltrre importante per l'apprendimento e la memoria. La caratteristica peculiare dell'ipotalamo è quella di ricevere degli imput direttamente dall'esterno del cervello. L'ipotalamo infatti riceve direttamente il segnale luce-buio (tratto retino-ipotalamico) e quello olfattivo (via olfattiva basale), in più, esso costituisce, tramite un fascio di fibre nervose e una rete di vasi sanguinei (eminenza mediana dell'ipotalamo) che oltrepassano la barriera emato-encefalica (barriera, costituita dai capillari cerebrali, dai plessi corioidei e dall’aracnoide, che protegge il cervello dal passaggio di batteri, virus e gran parte della molecole circolanti nel sangue), la parte posteriore della ghiandola endocrina ipofisi, detta neuroipofisi. La neuroipofisi non risulta quindi essere in realtà una ghiandola ma un'estroflessione cerebrale formata cioè da tessuto nervoso. Questo collegamento diretto sistema nervoso centrale-apparato endocrino (sistema neuroendocrino) assume grande rilievo nella regolazione generale dei processi vitali. L'ipotalamo inoltre è esso stesso anche una ghiandola endocrina i cui ormoni, agenti sull'adenoiposi (fattori ipotalamici), creano con essa un doppio legame: strutturale (neuroipofisi) e umorale, tramite ormoni (adenoipofisi). L'ipotalamo grazie alle sue connessioni con la neocorteccia, col sistema limbico, con la sostanza reticolare, col sistema nervoso vegetativo e col sistema endocrino è cosiderato da molti studiosi la struttura limite tra somatico e psichico, quella cioè in grado di commutare il segnale pschico in chimico e viceversa. E' grazie all'ipotalamo che gli aspetti mentali, emotivi e istintivi trovano espressione nel soma.
Nel telencefalo, infine, hanno sede le funzioni cerebrali "superiori" quali il pensiero, il linguaggio, la programmazione motoria ecc.



Il canale formato dalle vertebre costituisce un'ottima protezione per il delicato midollo spinale. Il midollo spinale ha forma cilidrica, con diamentro medio 8-10 mm, e si estende dal grande forame occipitale (base cranio), continuandosi dal midollo allungato, a circa la prima vertebra lombare (non occupa quindi il canale vertebrale per tutta la sua lunghezza). Qui termina a forma di cono e prosegue verso il basso con un tratto connettivale privo di funzione (filo terminale).
Al pari della colonna vertebrale, è diviso in segmenti (segmenti midollari). Sezionando trasversalmente uno di questi segmenti, si trova una disposizione oppposta a quella di cervello e cervelletto e uguale a quella del tronco encefalico. Infatti, nel midollo spinale la sostanza grigia è all'interno e la sostanza bianca all'esterno. La sostanza grigia del midollo spinale, composta soprattutto dai corpi delle cellule nervose (neuroni), ha una forma che ricorda una farfalla. Questi ammassi di corpi cellulari rappresentano i nuclei spinali. Nelle ali anteriori, dette corna anteriori, sono presenti, tra l'altro, i corpi cellulari dei motoneuroni alfa e gamma (classificazione delle fibre nervose), che innervano la muscolatura scheletrica. Gli assoni di questi neuroni fuoriescono dal midollo spinale, avvolti in una spessa guaina mielinica bianca, tramite le radici anteriori. A livello delle corna anteriori arrivano i segnali motori derivanti dalla corteccia cerebrale e dal tronco encefalico (nuclei vestibolari).
Le ali posteriori, corna posteriori, si estendono fino all'imbocco delle radici posteriori, dove si raccolgono, in un ganglio spinale, le fibre sensitive (sensibilità estero-propriocettiva). Qui terminano anche gli assoni deputati alla soppressione del dolore provenienti dal tronco encefalico. Secondo la teoria del "gate control" il neurotrasmettitore delle fibre del tatto, encefalina, inibisce la trasmissione sinaptica bloccando la percezione del dolore; stimoli emotivi intensi (shock) e stimoli tattili (digitopressione, agopuntura) possono così rendere temporaneamente insensibili al dolore.
I corni laterali sono piccole sporgenze a metà strada tra corna anteriore e posteriore. Le loro cellule, tramite le radici anteriori, inviano assoni agli organi innervati dal sistema nervoso vegetativo.
Al centro della sostanza grigia vi è un sottile canale centrale che è un residuo embrionale e non di rado è occluso o dilatato in cisti.
Immediatamente adiacenti alla sostanza grigia decorrono brevi fasci di fibre nervose, detti fasci fondamentali, che collegano 4-5 segmenti midollari confinanti circondando, come un sottile mantello, l'intera sostanza grigia. Essi provvedono a schemi di riflessi spinali complessi ovvero che non riguardano la muscolatura di un unico segmento (riflessi polisegmentali); tramite i riflessi spinali, ogni singolo segmento mdollare ha la capacità di controllare autonomamente funzioni motorie specifiche che richiedono rapidità di risposta.
La massa della sostanza bianca è invece formata da lunghi fasci midollari ascendenti e discendenti che collegano encefalo e midollo spinale. Questi fasci decorrono in tre cordoni a destra e tre a sinistra, separati fra loro dalla fessura centrale midollare, dal corno posteriore e da quello anteriore. L'ordine per una contrazione muscolare di precisione (ad esempio riguardanti movimenti delle dita della mano) viaggia lungo fibre che provengono dall'area motoria primaria encefalica attraverso il fascio piramidale del midollo spinale (fascio corticospinale) e lungo il fascio corticonucleare diretto ai nuclei dei nervi cranici del tronco encefalico. Il 90% delle fibre del fascio piramidale si incrocia nel midollo allungato, passando dal lato opposto (decussazione), e discende nella compagine del fascio corticospinale (piramidale) laterale. Il restante 10% non si incrocia nel midollo allungato e decorre nel fascio corticospinale (piramidale) anteriore, incrociandosi immediatamente prima dell' entrata nella sostanza grigia delle corna anteriori. Le fibre di entrambi i fasci terminano direttamente (meno di 1/3) oppure tramite un interneurone sulle cellule motorie delle corna anteriori, formando una sinapsi col motonerone alfa e attivando in tal modo un riflesso spinale.
Encefalo e midollo spinale formano il sistema nervoso centrale.

Ciascun segmento midollare emette, uno a destra e uno a sinistra, attraverso il foro di coniugazione o intervertebrale formato da due vertebre adiacenti, i nervi spinali che derivano ognuno dalla confluenza di una radice anteriore (fibre efferenti motorie con destinazione l'organo effettore, ghiandola o muscolo) e una posteriore (fibre afferenti sensitive, derivanti dai recettori sensoriali). Tutti i nervi spinali quindi risultano composti da una componente motoria e una sensitiva. A differenza della colonna vertebrale, il midollo spinale è dotato di 8 segmenti cervicali (invece di 7). I 12 segmenti toracici, 5 lombari, 5 sacrali e 1-2 coccigei sono invece in numero corrispondente alle relative vertebre. I nervi spinali cervicali fuoriescono dal foro di coniugacione superiore alla vertebra corrispondente, fatta eccezione dei due dell'VIII segmento (C8 dx e C8 sn) che escono da quello inferiore, così come accade per tutti i restanti segmenti. Affinchè ciò accada, essendo il midollo spinale più corto rispetto al canale vertebrale (a partire dal quarto mese di vita fetale il rachide si sviluppa più rapidamente del midollo spinale), le radici nervose dei segmenti lombari, sacrali e coccigei divengono sempre più distese verso il basso, formando così un fascio di sottili fibre nervose pressochè parallele che ricordano la coda di un cavallo (da cui la denominazione di cauda equina).
Appena fuori dal foro di coniugazione ogni nervo spinale si divide in 2 rami (entrambi sempre sia motori che sensitivi). Il ramo posteriore innerva, dal punto di vista motorio, la muscolatura spinale e, dal punto di vista sensitivo, la regione cutanea del dorso. Il ramo anteriore del nervo spinale costituisce la porzione più voluminosa e funzionalmente importante. Tutte le parti del corpo, a eccezione del viso, del tratto gastrointestinale e di parti della muscolatura cervicale (zone innervate dai nervi cranici), sono innervate dai nervi spinali. Insieme al sistema nervoso vegetativo, i nervi spinali formano il sistema nervoso periferico.

Il sistema nervoso vegetativo (autonomo, involontario) si divide in simpatico o ortosimpatico, parasimpatico e metasimpatico.
Il sistema nervoso ortosimpatico (simpatico) è composto da un'unità centrale di controllo, l'ipotalamo, e da una serie di coppie di neuroni efferenti (che emettono segnali in uscita). Il primo neurone (pregangliare), localizzato nel corno laterale dei segmenti spinali che vanno dalla prima vertebra toracica (T1) alla seconda lombare (L2), emette un assone che si diparte, attraverso la radice anteriore del midollo spinale, insieme al nervo spinale, da cui però si divide appena fuori dal foro di coniugazione spinale (foro intervertebrale) dirigendosi, come breve ramo comunicante bianco (fibre pregangliari mieliniche), al ganglio della catena dell'ortosimpatico del segmento spinale corrispondente (fa eccezione a questa regola l'innervazione della midollare del surrene). Le catene dell'ortosimpatico appaiono come due fili di perle poste parallelamente, una destra e l'altra a sinistra, lungo tutta la colonna vertertebrale. I suoi gangli (le "perle") sono connessi fra di loro da sottili fasci nervosi (ciò consente in realtà a una fibra pregangliare di prendere contatti anche con altri segmenti, sia superiori che inferiori). Da qui i segnali, direttamente o passando da ulteriori gangli, arrivano, tramite le fibre postgangliari (amieliniche), ai vari organi bersaglio. Le fibre pregangliari ortosimpatiche utilizzano come neurotrasmettitore l'acetilcolina e il peptide vasointestinale (VIP), quelle postgangliari la noradrenalina, l'adrenalina, la dopamina e il neuropeptide Y (NPY).
Anche il sistema nervoso parasimpatico è regolato dall'ipotalamo. Anatomicamente l'innervazione efferente parasimpatica decorre lungo i nervi cranici, di cui il X o nervo vago innerva gli organi della cavità toracica e addominale (quasi esclusivamente dipendenti da questo nervo) e i restanti raggiungono gli organi cranici, e lungo gli assoni dei neuroni parasimpatici presenti nei corni laterali dei segmenti spinali che vanno dalla seconda alla quarta vertebra sacrale (S2-S4). Questi ultimi decorrono poi quasi tutti nel nervo pudendo innervando organi genitali, vescica e intestino retto. Tutti i nervi parasimpatici contengono esclusivamente fibre pregangliari (che utilizzano come neurotrasmettitori l'acetilcolina e il peptide vasointestinale VIP) in quanto, a differenza del sistema nervoso ortosimpatico, i gangli parasimpatici sono situati in prossimità o all'interno degli organi innervati.
La maggior parte degli organi è innervata da entrambe le componenti del sistema nervoso vegetativo (ortosimpatica e parasimpatica). Vi sono però alcune parti del corpo che ricevono un’innervazione esclusivamente simpatica. Tra queste, la più importante è la porzione midollare delle surrenali (due piccole ma importantissime ghiandole endocrine poste ognuna sopra il polo superiore dei reni). La midollare del surrene viene inoltre innervata, attraverso i nervi splancnici, da fibre nervose pregangliari del simpatico che non si interrompono, ovvero che non formano sinapsi con i gangli della catena paravertebrale dell'ortosimpatico, ma che si connettono direttamente a un determinato gruppo di cellule della midollare, cellule cromaffini (formando in sostanza un ganglio interno), stimolandole a produrre le catecolamine adrenalina, noradrenalina e, in minima quantità, dopamina. Ci troviamo qui di fronte a una via direttissima che collega il cervello, tramite il sistema nervoso simpatico, alle surrenali. La visione del pericolo, infatti, mette in funzione questa via immediata (fase di allarme della reazione di stress), inducendo a produrre, da parte delle cellule della midollare del surrene, una miscela “allarmante” composta per l’80% di adrenalina e il 20% di noradrenalina, in quantità dieci volte maggiore del normale. Se però il pericolo perdura (fase di resistenza della reazione di stress), allora entreranno in scena ulteriori significativi cambiamenti (attivazione asse HPA) che coinvolgeranno ancora una volta le surrenali (questa volta la zona corticale), organi primari della reazione di stress.
Gli effetti del sistema nervoso ortosimpatico sono facilmente comprensibili se interpretati in relazione alla "reazione di attacco o difesa" (stress fisico e psichico). In molti casi il sistema nervoso parasimpatico è suo antagonista (schema reazione di stress).
Inoltre il sistema nervoso vegetativo invia al midollo spinale sensazioni quali, per esempio, dolore, stato di riempimento dello stomaco e della vescica. Tali fibre afferenti arrivano normalmente alla radice posteriore del midollo spinale non distinguendosi però in ortosimpatiche o parasimpatiche. Pertanto, poichè nei segmenti del midollo spinale convergono afferenze della sensibilità dolorifica degli organi interni e afferenze cutanee, il dolore viscerale puà essere proiettato e quindi percepito sulle aree cutanee, dermatomeri, del relativo segmento midollare (cuore-faccia interno braccio sinistro, cistifellea-addome superiore destro, pancreas-addome sinistro ecc.).
Descrivendo il sistema nervoso autonomo occorre ricordare l'esistenza di una terza componente vegetativa: il sistema nervoso metasimpatico, importante quanto le altre due (ortosimpatica e parasimpatica). Il sistema nervoso metasimpatico è presente all'interno delle pareti dell'intestino e dello stomaco come rete nervosa formata da circa cento milioni di neuroni, collegata alle fibre nervose ortosimpatiche e parasimpatiche (plesso sottomucoso di Meissner e motorio mienterico di Auerbach). Ricerche recenti hanno potuto affermare che questa rete svolge un ruolo in gran parte indipendente dal sistema nervoso centrale (SNC). Data l'importanza attruibuita dai fisiologi a tale struttura, essa viene definita come "cervello addominale o "cervello enterico". E' chiaro, data la grande attiguità, che l'alimentazione avrà sul sistema metasimpatico una grossa influenza.
In conclusione va detto che la classica netta separazione tra il sistema nervoso vegetativo, considerato come controllore delle funzioni viscerali in maniera indipendente dalla nostra volontà, e il sistema nervoso periferico volontario, è oggi sempre più messa in discussione da qualificati studiosi, in special modo dopo l'avvento della psiconeuroimmunologia. Il sistema nervoso costituisce una fittissima rete di comunicazione (solo nel cervello vi sono 10 miliardi di neuroni) diffusa in tutto il corpo e strettamente interconnessa con due altri importanti sistemi di regolazione dell'organismo: il sistema endocrino e il sistema immunitario.

Nel neurone la trasmissione del segnale lungo l'assone e il dendrite è di tipo elettrico (grazie a una variazione della polrarizzazione della membrana) mentre a livello sinaptico è di tipo chimico. I neurotrasmettitori (neuromediatori) sono molecole che consentono la trasmissione degli impulsi nervosi fra due neuroni attraverso le sinapsi o tra fibra nervosa terminale e organo effettore. Il neurotrasmettitore, all'arrivo dell'impulso nervoso (potenziale d'azione), viene liberato dalle vescicole presinaptiche, migra nello spazio intersinaptico fino a fissarsi su specifici recettori della membrana postsinaptica causando la depolarizzazione della membrana e quindi la trasmissione dell'impulso. Nel giro di pochi millisecondi viene disattivato, tramite specifici enzimi (colinesterasi, monoaminossidasi ecc.), e riassorbito nelle membrane presinaptiche (reuptake).
Esistono numerosi neurotrasmettitori con effetto eccitatorio e inibitorio. L'azione di uno specifico neurotrasmettitore dipende principalmente dalle caretteristiche del recettore postsinaptico (uno stesso neurotrasmettitore può avere effetti inibitori o eccitatori in base al recettore a cui si lega). Oggi sappiamo che un neurone è in grado di sintetizzare diversi neurotrasmettitori nelle diversi sinapsi che contrae, anche se utilizza sempre lo stesso nella medesima sinapsi.
I principali neurotrasmettitori sono: acetilcolina (presente nei neuroni di tipo colinergico quali i motoneuroni e neuroni effettori viscerali pregangliari), adrenalina, noradrenalina e dopamina (catecolamine secrete dalla midollare del surrene e dalle terminazioni nervose postgangliari del sistema nervoso orosimpatico), serotonina (con azione essenzialmente inibitoria, interviene, fra l'altro, nei ritimi sonno-veglia, nel controllo del dolore e delle funzioni ipotalamiche), aminoacidi GABA (acido-gamma-amino-butirrico, principale neurotrasmettitore inibitorio con presenza ubiquitaria), aspartato e glutammato (principali neurotrasmettitori eccitatori del sistema nervoso centrale). Oltre a questi vi sono molecole più complesse (vere e proprie proteine), i neuropeptidi, che possono fungere da neurotrasmettitori: glicina (neurotrasmettitore inibitorio, analogo al GABA, presente negli interneuroni del midollo spinale), peptide vasointestinale (VIP), neuropeptide Y (NPY), sostanza P, somatostatina, bombesina, istamina, neurotensina, encefalina e prostaglandina che, nel sistema nervoso centrale, possono fungere sia da neurotrasmettitori sia da neurormoni agendo a distanza su bersagli di natura endocrina. Talvolta i neuropeptidi possono agire da modulatori sinaptici (venendo secreti assieme ai neurotrasmettitori a livello sinaptico) organizzando i segnali specifici ed elementari dei normali neurotrasmettitori in un comportamento complesso.
I neurotrasmettitori hanno un ruolo essenziale, oltre che per la trasmissione degli impulsi nervosi, nella funzione di regolazione-modulazione dell'attività globale del sistema nervoso centrale, incluse le attività cognitive ed emotive.

In linea generale, la velocità di conduzione dell'impulso è tanto più elevata quanto maggiore è il diamentro della fibra nervosa ed esso va da 0,2 a 20 µm (1 µm = 1 micrometro, corrisponde a 1 milionesimo di metro), con velocità di conduzione da 0,5 a 120 metri/secondo. La vlocità di conduzione è inoltre aumentata in presenza della guaina mileinica.
Esistono due tipi di classificazione delle fibre nervose una classificazione generale, ossia che riguarda tutti i tipi di fibre, e una specifica per le fibre sensitive.
La classificazione generale (classificazione di Erlanger e Gasser) risulta:

Fibre di tipo o gruppo A, sono le tipiche fibre mieliniche dei nervi spinali e sono a loro volta suddivise in alfa, beta, gamma, delta, con diametro e quindi velocità di conduzione decrescente (velocità di conduzione da 120 a circa 6 m/s, diametro da 20 a 1 µm);
Fibre di tipo o gruppo B, sono le fibre pregangliari (mieliniche) del sistema nervoso autonomo, con valori di velocità di conduzione e diametro fra il tipo A e C.
Fibre di tipo o gruppo C, fibre amileiniche di piccolo diametro e quindi a bassa velocità di conduzione, che costituiscono più della metà delle fibre sensitive dei nervi periferici e la totalità delle fibre postgangliari del sistema nervoso autonomo (velocità di conduzione da 2 a 0,5 m/s, diametro inferiore a 1,2 µm).
La classificazione delle fibre sensitive (classificazione di Lloyd) è la seguente:
Fibre tipo Ia, provenienti dalle terminazioni anulospirali dei fusi neuromuscolari, corrispondono al tipo A alfa della classificazione generale (diametro medio 17 µm);
Fibre tipo o gruppo Ib, derivano dagli organi muscolo-tendinei del Golgi, corrispondono anch'esse al tipo A alfa (diametro medio 16 µm);
Fibre tipo o gruppo II, provenienti dalla maggior parte dei meccanorecettori per la sensibilità cutanea fine (esterocettori cutanei), e dalle terminazioni secondarie e a fiorame dei fusi neuromuscolari, corrispondono alle fibre A beta e gamma della classificazione generale (circa 8 µm di diametro);
Fibre tipo o gruppo III, responsabili della sensibilità tattile grossolana, della termica e delle sensazioni dolorifiche puntiformi, corrispondono alle fibre A gamma della classifica generale (circa 3 µm di diametro);
Fibre tipo o gruppo IV, amieliniche, trasportano impulsi della sensibilità dolorifica, termica, del prurito, tattile grossolana, appartengono al tipo C della classificazione generale (diametro 0,5-2 µm).
Tale differenzione delle fibre nervose è giustificata dal fatto che, in alcune situazioni, è indispensabile che determinati segnali nervosi giungano rapidamente al sistema nervoso centrale (come ad esempio durante la deambulazione o ancor più la corsa), in altri casi invece, come nell'informazione sensitiva relativa al dolore prolungato o cronico, sono sufficienti fibre nervose a conduzione molto lenta.
Il riflesso nervoso è una reazione del sistema nervoso centrale a stimolazioni esterne o interne (rilevate tramite i recettori sensoriali), atta a modificare lo stato di contrazione muscolare o di secrezione ghiandolare (reazione motoria, vasomotoria o ghiandolare). I riflessi interessano sia il sistema nervoso volontario (nervi spinali e cranici) che quello vegetativo (o autonomo). Il meccanismo di base, elementare, di un riflesso nervoso, definito arco riflesso o arco diastaltico, è costituito da: recettore sensoriale > via nervosa afferente o sensitiva > centro nervoso (posto nel sistema nervoso centrale) > via nervosa efferente o motoria > effettore (muscolo o ghiandola). Quando i riflessi nervosi hanno come centro nervoso il midollo spinale, si definiscono riflessi spinali, in altri casi i centri sono situati nel tronco encefalico (riflessi troncoencefalici).
I riflessi nervosi vengono suddivisi in semplici (detti anche incondizionati o congeniti) e complessi (o condizionati o acquisiti). Si individuano inoltre due grandi famiglie di riflessi: i riflessi propriocettivi, che originano dalla stimolazione dei propriocettori e che sono monosinaptici (riflesso di stiramento muscolare o riflesso miotatico o osteotendineo ROT, relativo ai fusi neuromuscolari) o dinaptici (riflesso miotatico inverso, relativo agli organi muscolo-tendinei del Golgi), a livello di un solo segmento midollare nel caso dei riflessi spinali, e i riflessi esterocettivi, che derivano dalla stimolazione degli esterocettori della cute e delle mucose, polisinaptici ossia, nel caso dei riflessi spinali, agenti a vari livelli midollari tramite i fasci fondamentali (riflesso plantare, corneale, faringeo, addominale, cremasterico, di retrazione ecc.).
Grazie ai riflessi, in particolare quelli semplici che presentano il grande vantaggio della rapidità (40 m/s per quelli rapidi), i livelli superiori possono demandare a midollo spinale e tronco encefalico, funzioni motorie specifiche che richiedono rapidità di risposta. Tuttavia, grazie alla modalità parallela, i centri encefalici superiori possono interagire direttamente sugli inferiori integrando e vicariando, in maniera immediata, funzioni; questo aspetto risulta fondamentale nel recupero funzionale di alcune lesioni del sistema nervoso centrale.
ll riflesso spinale avviene in genere grazie all'attività di specifici neuroni, collocati nel midollo spinale, detti interneuroni. Gli interneuroni si inseriscono, tramite sinapsi (connessione fra due neuroni), tra neuroni sensoriali (afferenti dai estero-propriocettori) e motori (efferenti). Gli interneuroni hanno perlopiù azione inibitoria (e talvolta facilitatoria) e sono di tre tipi (classificazione delle fibre nervose): (Ia) che coordinano l'attività di muscoli antagonisti (che esercitano azioni opposte), (Ib) correlati alle afferenze degli organi del Golgi che registrano la tensione tendinea e quindi la contrazione muscolare (da notare che l'influenza di questo tipo di interneurone dipende molto dalle afferenze cutanee a bassa soglia e articolari), cellule di Renshaw che hanno azione inibitoria diretta sul motoneurone. Durante gli atti motori, ogni muscolo che agisce su un'articolazione ha uno o più muscoli antagonisti che vengono contemporaneamente inibito (inibizione antagonista) o attivati (attivazione antagonista) tramite rispettivamente un interneurone inibitorio o facilitatorio interposto tra le fibre afferenti e i relativi motoneuroni alfa.
I riflessi spinali lavorano in modo gerarchicoo: controllo dei singoli muscoli, controllo della coordinazione muscolare riguardante una sola articolazione e riguardante più articolazioni. Mentre, tramite la modalità parallela, i centri superiori possono interagire direttamente sui riflessi integrandone e vicariandone, in maniera immediata, funzioni; ad esempio il midollo spinale da solo non è un grado di garantire una deambulazione fluida e sicura.
I riflessi svolgono un ruolo determinante in tutta la fisiologia dell'organismo e naturalmente anche nel sistema dell'equilibrio.
I riflessi spinali semplici vengono infine utilizzati in campo clinico per diagnosticare problematiche neurologiche.