martedì 29 aprile 2008

I gruppi del quelchevuoitu

Da nuovamedicinagermanica.it
Domanda 6. Puoi dire, Geerd, come le persone possono comprendere la NMG e che cosa ne pensi dei gruppi di studio?

Dottor Hamer. E’ molto difficile tutta la nostra situazione della NMG. Quando hai un gruppo di studio puoi praticare la NMG solo in teoria, perché quando vuoi applicarla la medicina ufficiale dice "No, non si può".

Hanno tentato di farli in segreto, ma ... E’ una situazione molto brutta.

Abbiamo bisogno di sanatori, dove i pazienti abbiano la tranquillità di stare al sicuro, dove i dottori conoscono molto bene la NMG e abbiano a disposizione reparti come una piccola chirurgia oppure una terapia intensiva, casomai insorgano complicazioni.

Oggi come oggi, nel caso di una piccola complicazione, i pazienti devono andare in ospedale ed è orribile, perché i medici ospedalieri li puniscono immediatamente per non aver seguito fin da subito i canali ufficiali.

Per quel che è la mia esperienza, quasi tutti questi pazienti vengono uccisi in ospedale, puniti con la morte solo per non aver voluto seguire i dettami della medicina ufficiale.


Non pensate che si possa immediatemente formare un gruppo. E' ua cosa troppo grande. Un gruppo si costituisce per un lavoro ben coordinato, per uno scopo ben definito. Bisognerebbe avere fiducia reciproca. Allora qeusto sarebbe un gruppo. Fino a quando viè un lavoro generale, non può trattarsi che di un lavoro preparatorio. Noi dobbiamo prepararci per diventare un giorno un vero gruppo. Ma non è possibile prepararci se non tentando di imitare un gruppo tale quale dovrebbe essere; imitandolo interiormente beninteso, e non esteriormente.
Che cosa è necessario per questo? Prima di tutto dovete comprendere che in un gruppo tutti sopno responsabili gli uni verso gli altri. L'errore di uno solo è considerato come l'errore di tutti. Questa è la legge. E questa legge è ben fondata, perchè come vedrete più tardi, ciò che è acquisito da uno solo, è acquisito da tutti nello stesso istante.
La regola della responsbilità comunedeve essere sempre tenuta presente. Essa ha ancora un altro aspetto. I membri di un gruppo non sono soltanto responsabili degli errori degli altri, ma anche delle loro sconfitte. Il successo di uno di essi è il successo di tutti; la sconfitta di uno di essi è la sconfitta di tutti. Un grnde errore commesso da uno di essi, come la violazione di una regola fondamentale, conduce inevitabilmente alla dissoluzione dell'intero gruppo.
Un grupp deve lavorare come una macchina. Ma le parti della macchina devono conoscersi tra loro e aiutarsi a vicenda. In un gruppo nono possono esserci interessi personali che si oppongono agli interessi dgli altri o agli interessi del lavoro, e non possono esserv simpatie o antipatie personali che impediscano il lavoro. Tutti i membri di un gruppo sono amici e fratelli, ma se uno di essi se ne va, e soprattutto se è rinviato dal Maestro, cessa di essere un amico e un fratello e diventa immediatamente un estraneo, è come un membro tagliato. Questa legge può sovente mostrarsi molto dura, nondimeno è indispensabile. Supponiamo che due amici di lunga data entrino insieme in un gruppo; in seguito uno di essi se ne va. L'altro da quel momento non ha più diritto di parlargli del lavoro del gruppo. Colui che se ne è andato sente questo silenzio come un'offesa incomprensibile, ed essi bisticciano. Allo scopo di evitare tutto ciò, quando si tratta di relazioni come: marito e moglie, madre figlia,ecc, noi li consideriamo come uno: vale a dire marito e moglie sono contati come un solo memebro. Per cui se unio di essi non può continuare a lavorare e se ne va, l'altro è considerato come colpevole e deve andarsene.
In più dovete ricordarvi che non posso aiutarvi nelle misura in cui voi mi aiutate. E' il vostro aiuto soprattutto all'inizio vi verrà attribuito non secondo i suoi risultati effettivi, che saranno quasi certamente nulli, ma secondo il numero e l'importanza dei vostri sforzi.

G.I.G.

domenica 27 aprile 2008

A e B



A incontra B. A e B sono amici da lungo tempo.

A- Sai amico B, ho letto una cosa su Internet. C'è un medico tedesco bastonato da tutti (l'hanno anche messo in galera due volte) che dice che tutta la medicina è sbagliata e ha scoperto 5 leggi biologihe che spiegano invece come stanno le cose. Pensa che bello che sarebbe un mondo senza la paura della malattia.
B-Ma vah....sarà il solito santone di turno...
A- Ma no, ti dico di no. Ho verificato su di me le sue scoperte. Sono leggi naturali che non sono mai state smentite. E' troppo bello: finalmente ho capito cos'è una malattia.
A spiega entusiasta a B la Germanica
B- Vuoi dire che quando sto male e vado dal medico della mutua, lui mi precrive farmaci inutili e addiritura dannosi quando ho il cancro? Ma poi sta NMG non ha nemmeno una terapia. E' un sistema diagnostico no?...e cosa dovrei fare allora? Starmene lì disteso a contorcermi dai dolori, che intanto passa, pur sapendo tutto quello che è successo? E che mi dici di 200 anni di microbiologia, Pasteur, ecc spazzati via senza ritegno. A cosa sono serviti allora?...preferisco affidarmi a chi sà, cioè al mio medico. Tu sei solo un cameriere; che ne capisci di medicina.
A, che non aveva fatto corsi ma aveva compreso il senso della Germanica autonomamente , rimase esterefatto. Non sapeva cosa rispondere e la discussione finì lì.
B poco dopo si ammalò di cancro e morì di chemio e morfina.

La civiltà contemporanea vuole degli automi. Le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza, diventando sempre più simili ad automi, a pezzi di macchine. Non è possibile dire come finirà tutto questo nè come uscirne, e neppure se cisarà una fine o uina via d'uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell'uomo non fa he aumentare. L'uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene:incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero. E nulla di più terribile potrebbe accadere a un uomo.

Gurdjeff

martedì 22 aprile 2008

La QUARTA VIA

Non avete nessuna ragione per credermi.
Vi domando di non credere a nulla che non potete verificare per voi stessi…
Se non avete una mente critica, la vostra visita qui è inutile.
G.I. Gurdjieff




C'è un insegnamento profondo nella Nuova Medicina Germanica. Da essa l'Uomo capisce che è un essere meccanico. E non solo. La Nuova Medicina Germanica è apparentemente una materia scientifica, ma da essa possiamo accostarci a una visione cosmica della vita, dove l'uomo non occupa che una piccola parte. Se le Leggi biologiche valgono per tutti gli esseri viventi sulla Terra, allora mi chiedo che cosa determina la distinzione degli esseri viventi sulla Terra. Se il nostro codice biologico è uguale a quello degli animali e delle piante, allora in cosa siamo diversi da tutti gli altri esseri viventi? Qualcuno (e purtroppo non a torto) definisce l'uomo come un animale parlante.
Abbiamo bisogno di una conoscenza che permetta di spiegare chiaramente cos'è e come funziona un'essere umano e quale funzione ha nel cosmo.

giovedì 17 aprile 2008

La base neurale dei processi mentali

Cerchiamo di capire cosa succede nel corpo umano durante uno stato emozionale e perchè è conveniente rinunciare ai “demonietti” (ira,invidia,odio, rabbia, gelosia, orgoglio, vanità, etc...).
Nell’emozione, il diencefalo che riceve stimoli eccita a sua volta i muscoli scheletrici e le viscere mediante una “scarica discendente”, mentre la componente soggettiva, l’affetto, è data da una “scarica ascendente” verso la corteccia cerebrale. La scarica discendente è stata studiata minuziosamente nelle sue componenti simpatico-adrenergiche (dilatazione pupillare, sudorazione, tachicardia, inibizione della peristalsi intestinale, etc.)
Si è dimostrata la partecipazione delle “isole del Langerhans” (parte endocrina del pancreas), il quale poi si ramifica nelle sue plurime componenti viscerali.
La scarica vago-insulinica è apparentemente assurda, poichè in contrasto con l’azione simpatico-adrenergica da cui è solitamente mascherata; questo è un aspetto della cooperazione delle due branche del sistema neurovegetativo usualmente considerate antagoniste. In effetti l’aumento dell’insulina circolante facilita l’utilizzo del glucosio quale “carburante” per le situazioni di emergenza (difesa, attacco, ecc.).
Il pioniere di queste ricerche a livello fisiologico è stato W. B. Cannon negli anni ’30.
La reazione delle viscere in situazioni di emergenza provoca a volte gravi danni e la soluzione a ciò è incredibilmente elementare. Il paziente che presenta la patologia si trova sempre ad essere in uno stato di depressione più o meno confessata: vive in ansia, carico di paura e di tristezza e non vede alcuna via d’uscita poichè non si sente amato. Quando di reca dal medico, egli si rende conto che nemmeno questi lo ama. Quando si reca dallo psicoterapeuta, ecco che viene trattato “professionalmente” e con distacco.
Il donargli amore può guarire questa persona anche istantaneamente.


LA SCARICA DISCENDENTE

Per analizzare debitamente la scarica discendente è conveniente distinguere in essa tre componenti:
1. componente somatica
2. componente viscerale
3. componente endocrina

1. COMPONENTE SOMATICA
Nei distinti stati emozionali il tono muscolare varia in modo considerevole.
Durante uno stato di collera o di paura, i muscoli che possono venire utilizzati nell’attacco o nella difesa di contraggono.
Al contrario, in situazioni di soddisfazione o di piacere detti muscoli si rilassano.
Esempio: è noto che le persone ansiose denunciano spesso dolori muscolari, tra cui predomina un dolore alla nuca, sintomo tra i più frequenti nei pazienti sofferenti d’ansia, e ciò è dovuto alla contrazione dei muscoli occipitali.
Ancora più comune è soffrire di dolori muscolari nella zona del tronco o nelle membra, in seguito ad un episodio di collera o di paura intensa.
Si può affermare che la componente somatica si differenzia nei distinti stati emozionali, soprattutto in relazione alla muscolatura scheletrica ed all’espressione del volto. E’ noto infatti che è possibile giudicare lo stato emozionale di una persona dall’espressione del suo volto.
Un certo Duchenne ha addirittura dimostrato che è possibile, negli esseri umani, riprodurre l’espressione corrispondente ai vari stati emozionali stimolando elettricamente i vari gruppi muscolari.
Queste risposte somatiche motorie, evidenziata ad esempio nei muscoli facciali, hanno origine in regioni subcorticali; infatti esse sono conservate nei malati emiplegici ed assenti nei malati extrapiramidali. Nel caso dell’emiplegia nei quali una lesione del sistema nervoso a livello delle vie centrali di moto (fibre piramidali) ha provocato la paralisi completa di un’intera metà del corpo, è presente un’interruzione della via cortico-spinale. I malati extrapiramidali, (essendo il sistema extrapiramidale un sistema tonico-muscolare le cui funzioni si svolgono al di fuori del sistema della motilità volontaria rappresentato dai centri e dalle vie piramidali) presentano disturbi del tono muscolare, della statica o rigidità muscolare ed addirittura ipomimica come nel morbo di Parkinson.

2. COMPONENTE VISCERALE
Un numero considerevole di esperimenti su animali e di osservazioni cliniche ha dimostrato che, contrariamente alle convinzioni di neurologi tradizionalisti, il sistema simpatico ed il parasimpatico sono in grado di scaricare sia assieme in forma massiva, sia isolatamente l’uno dall’altro, sia in forma intermittente, frammentaria o parziale.
Questo avviene nonostante il sistema simpatico abbia la tendenza a scaricare in forma totale, inibendo organi come intestino o pancreas. Il sistema parasimpatico invece ha la tendenza a scaricare in forma parziale, determinando ad esempio una superproduzione di enzima nel colon, che probabilmente condurrà ad uno stato ulceroso dovuto all’aumento dell’acidità.
Nell’ambito delle relazioni psicofisiologiche uno dei problemi maggiormente dibattuti riguarda la possibilità di una corrispondenza tra stato emozionale (paura, ira, tristezza, ecc.) e riflesso viscerale specifico. Si è già potuto osservare che ciò accade nella componente somatica, ed è quindi probabile che ci sia una specificità anche nella componente viscerale. Ad esempio la vergogna si accompagna spesso ad un arrossamento del volto (dilatazione dei vasi facciali periferici) e la tristezza al pianto.
Quanto un organo viscerale ha una reazione, questa avviene con un incremento delle sue funzioni o con una inibizione globale delle stesse.
Si è osservato che tanto la sensazione piacevole del disporsi a mangiare quanto quella spiacevole che si crea nei sentimenti di angoscia ed aggressività si accompagnano, perlomeno in alcuni individui, ad un aumento globale della funziona gastrica (ipervascolarizzazione, ipersecrezione, ipermotilità).
La paura invece si accompagna a pallore iposecrezioni, ipomobilità ed inoltre ad una diminuzione dell’attività renale.
Ad ogni modo non si deve mai generalizzare, poichè si è osservato come una stessa emozione sia in grado di produrre in un individuo un aumento ed in un altro un abbassamento della pressione arteriosa.
Proseguendo l’indagine sulla componente viscerale delle emozioni, si è visto che la condizione di eccitazione è l’emozione meno differenziata; collera e paura, poco differenziabili tra loro, producono effetti viscerali, mentre nell’amore si ha una situazione diversa. Quando l’amore si converte in eccitazione erotica il suo effetto viscerale è simile alla collera o alla paura (vedi effetti negativi del demonietto della lussuria).
Bisogna ammettere che la specificità della scarica viscerale nelle emozioni non è ancora sufficientemente spiegata e chiarita. Infatti spesso non vi è un confine definito tra un’emozione e l’altra, per cui esse si fondono e si nota uno slittamento tra un sentimento e l’altro.
Alla luce degli avvenimenti noti si può affermare che entro certi limiti gli stati emozionali hanno una propria corrispondenza in una componente viscerale.

3. COMPONENTE ENDOCRINA



Già nei tempi antichi si presumeva che le ghiandole a secrezione interna avessero un ruolo importante nelle emozioni. L’ipotalamo stabilisce con una combinazione di messaggi chimici ed elettrici delle relazioni neurali dirette al sistema endocrino, interessando soprattutto due organi bersaglio:
1. lobo posteriore dell’ipofisi (neuroipofisi)
2. sostanza midollare delle ghiandole surrenali
La neuroipofisi è in continuità, tramite il peduncolo ipofisario, con due zone dell’ipotalamo, il “tuber cinereum” e “l’infundibulum”, i cui nuclei riversano il loro neurosecreto nell’adenoipofisi, costituendo il “sistema portale ipotalamo-ipofisario”. La sostanza midollare surrenale produce due ormoni, adrenalina e noradrenalina, la cui funzione è correlata con quella del sistema nervoso ortosimpatico. L’ipotalamo si collega con questa zona tramite fasci nervosi che scendono lungo il midollo spinale e si diramano a costituire le fibre dell’ortosimpatico.
Il nervo vago non sembra svolgere una funzione essenziale per pancreas e tiroide: le fibre vagali che penetrano negli isolotti di Langerhans non sono molto numerose, come neanche sembrano essere importanti per la loro funzione secretoria le fibre vegetative che riceve la tiroide.
E’ probabile che l’ipotalamo eserciti una certa azione sulla tiroide, ma sarà per via ormonale e non nervosa.
Ultimamente sono stati studiati gli steroidi, ormoni secreti dalla sostanza corticale surrenale. Questa non è sotto il controllo nervoso diretto, bensì è stimolata dall’ormone adrenocorticotropo (ACTH), prodotto dall’adenoipofisi. La sua secrezione è stimolata dall’adrenalina e regolata sia mediante un meccanismo di controllo reciproco, bio-feedback negativo, dal tasso emetico di steroidi (cortisolo), sia per stimolazione diretta dell’ipotalamo.
La reazione fisiologica della sostanza midollare delle ghiandole surrenali, il realtà risponde ad una richiesta di emergenza e deve essere di breve durata, in quanto la sua presenza implica il sacrificio delle normali funzioni dell’organismo. La secrezione prolungata e continua di adrenalina in una situazione di minaccia conduce alla morte.
Quando una situazione di emergenza si fa persistente, la corteccia surrenale entra in gioco, attivata dall’ormone secreto dell’adenoipofisi (ACTH), e la sua partecipazione determina reazioni irreversibili.
In situazioni di stress, in cui persistano anche stati di collera o paura, l’organismo manifesta una reazione che può essere suddivisa in tre fasi distinte:
1. Fase di allarme: caratterizzata da fenomeni quali l’involuzione del timo e del tessuto linfatico e l’ipertofia delle ghiandole surrenali, che soffrono di disturbi microscopici e chimici. In questa fase possono presentarsi ulcere gastriche superficiali.
Nel caso in cui l’attacco contro l’organismo continui, questi continua a reagire entrando così nella seconda fase:
2. Fase di resistenza: caratterizzata da una speciale degenerazione dei piccoli vasi, elemento comune a molte patologie di adattamento come artrite reumatoide, periartrite nodosa, ipertensione maligna, etc.
Se la situazione di attacco persiste ancora la reazione entra nella terza fase:
3. Fase di esaurimento totale: caratterizzata dalla ricomparsa dei sintomi della prima fase, che portano l’organismo alla morte.
Nelle situazioni di eccitazione emozionale l’ipotalamo stimola l’ipofisi posteriore (neuroipofisi) a secernere l’ormone antidiuretico (ADH), mentre negli stati di eccitazione sessuale la stimola a produrre l’ossitocina, ormone attivo per favorire il processo di fecondazione e la stimolazione della muscolatura liscia nell’utero gravido.
Le reazioni in risposta ad altri problemi fondamentali nella relazione ipotalamo-secrezioni interne nelle emozioni è ancora sconosciuta.
Nonostante ciò è innegabile che a livello ipotalamico il terapeuta è in grado di agire direttamente sulle secrezioni che influiscono su metabolismo, crescita, condotta sessuale ed altri processi fisiologici.
La scarica discendente possiede una grande importanza di cui nessuno pare rendersi conto.
Poche reazioni fisiologiche influiscono su un insieme così vasto di organi come le emozioni. E’ sorprendente che il persistere di un’emozione cosciente o non cosciente possa causare danni organici tanto gravi.


LA SCARICA ASCENDENTE O IPOTALAMO-CORTICALE

L’ipotalamo è considerato il centro principale del sistema nervoso autonomo, capace di produrre scariche che stimolano la corteccia cerebrale. Il fatto che ciò avvenga nelle emozioni è ormai noto.
Durante l’elettroencefalogramma si è frequentemente osservato che nel soggetto in esame, trovandosi esso in una condizione di eccitazione emozionale, si producono dei cambiamenti nelle reazioni corticali; questi consistono nella sparizione del ritmo alfa nelle aree frontali-occipitali e nell’apparizione di onde di basso voltaggio e di alta frequenza.
Producendo una diminuzione dell’attività della corteccia cerebrale mediante anestesia con Dial, la stimolazione elettrica dei tubercoli mammillari genera una scarica nella corteccia cerebrale in forma generalizzata. Secondo gli esperti questo dimostrerebbe l’esistenza di una scarica ascendente, inibita parzialmente dalla corteccia cerebrale, che inibisce pure quella discendente.
L’Archipallium o Rinencefalo fino a poco tempo fa era considerato solo come il centro dell’olfatto, ma ora si sta osservando che anch’esso è in relazione con le emozioni. Si pensa che l’ipotalamo, il nucleo anteriore del talamo. il cingulum, l’ippocampo e le connessioni che uniscono queste strutture costituiscano un unico sistema anatomico e funzionale, sede, o meglio “radar canalizzatore” delle emozioni.
Il Rinencefalo, chiamato anche “cervello viscerale”, include le seguenti formazioni: l’ippocampo, le tonsille, la superficie orbitale dei lobi frontali, l’insula, il girus cingulum e la circonvallazione dell’ippocampo o asta di Amon, strutture in connessione tra di loro.
E’ stato sufficientemente dimostrato che il Rinencefalo ha poco a che fare con l’olfatto. Ormai si può affermare che il lobo temporale, ricevendo poche fibre dal talamo, è un’area associativa per eccellenza, in cui entrano in relazione sensazioni olfattive, gustative, visive, uditive e sessuali.
Per ragioni di tempo e di spazio abbiamo omesso ulteriori informazioni di carattere anatomico sulle risposte emozionali durante l’inibizione di specifiche strutture cerebrali. Queste saranno eventualmente fornite su richiesta degli interessati.
Ciò che per noi è essenziale in questa sede è puntualizzare che fisiologicamente la scarica ipotalamo-corticale è l’origine dello stato affettivo delle reazioni mentali nelle emozioni. Poichè esiste uno stato affettivo proprio di ogni emozione, possiamo concludere che ad ogni stato emozionale corrisponde una modalità di scarica ipotalamo-corticale.

domenica 13 aprile 2008

Cervello e sistema nervoso


Il sistema nervoso è la sede dell'assunzione, dell'elaborazione e trasmissione delle informazioni; in altre parole è un sistema di regolazione delle funzioni coporee e "fa concorrenza" al sistema endocrino. Il sistema nervoso è un complesso sistema elettrochimico, comnposto da oltre 1000 miliardi di cellule, che viaggia a 400 km all’ora e che assorbe il 20% dell’ossigeno del nostro organismo.
Encefalo e midollo spinale formano il sistema nervoso centrale o asse cerebrospinale che è in grado di raccogliere, trasmettere e integrare le informazioni. Il sistema nervoso periferico, formato dai nervi spinali, dai nervi cranici e dal sistema vegetativo, svolge essenzialmente la funzione di trasmissione del segnale: segnali afferenti da un'unità periferica (organo) o efferenti verso un'unità periferica decorrono in fibre separate (assoni) generalmente raggruppate in un fascio di conduzione unitario (nervo). Un nervo contiene esclusivamente assoni, cellule di Schwann e tessuto connettivo. I corpi delle cellule nervose sono raggruppati nei gangli nervosi del sistema nervoso periferico e nei nuclei del midollo spinale e dell'encefalo, che costituiscono dei pool neuronali con specifiche caratteristiche di organizzazione ed elaborazione dei segnali.






L'encefalo, con un peso di 1,3-1,5 kg, è il secondo organo più pesante del corpo dopo il fegato. A riposo, il 25% dell'energia metabolica viene utilizzata per rifornire il cervello (8-10% in più rispetto agli altri primati non umani). Le strutture più antiche ("inferiori") si trovano in profondità (inferiormente e immediatamente sopra il forame occipitale), mentre le componenti più recenti ("superiori") si collocano sopra di esse.
Il midollo allungato (bulbo) è la parte più antica e la sua struttura si continua col midollo spinale (di cui ricorda la struttura metamenrica). Nel midollo allungato i fasci motori, provenienti dalla corteccia cerebrale e diretti al midollo spinale, formano le piramidi, dove avviene la loro decussazione (incrocio a X).
Il bulbo o midollo allungato, attraverso confini ben delineati, continua col ponte (ponte di Varolio) a cui si unisce il mesencefalo (o mesoencefalo), che assume una posizione mediana fra le regioni cerebrali antiche e recenti. All'interno del mesencefalo è presente il nucleo rosso. Il midollo allungato e il ponte formano il romboencefalo. Il romboencefalo più il mesoencefalo fomano il tronco encefalico.
I nervi cranici (nervi encefalici) sono un gruppo di nervi che invece di avere origine dal midollo spinale, partono direttamente dal tronco encefalico costituendo l'innervazione motrice e sensitiva della testa nonchè l'innervazione viscerale, sia in uscita che in entrata (efferente e afferente), degli importanti centri del sistema nervoso parasimpatico che controllano l'attività dei visceri della testa, del collo, del torace e dell'addome. Nell'anatomia umana ci sono dodici paia di nervi cranici (destri e sinistri), numerati dall'alto verso il basso con numeri romani. Essi hanno un'organizzazione più complessa rispetto ai nervi spinali. Anche i nuclei dei nervi cranici (nuclei encefalici), ossia le zone in cui sono situati i corpi cellulari dei neuroni corrispondenti, sono più complessi di quelli spinali. La sostanza grigia, a differenza del midollo spinale, non è raccolta in un'unica formazione ma è suddivisa in vari nuclei in parte ai nervi encefalici. Quasi tutti i nervi cranici sono connessi a dei nuclei di materia grigia all'interno del tronco encefalico e gli assoni da e per i nervi cranici incontrano le loro sinapsi all'interno di questi nuclei. Come nel midollo spinale, anche i nuclei del tronco encefalico sono divisi in anteriori motori (somatici) e posteriori sensoriali. Nel tronco encefalico vi sono inoltre nuclei non direttamente connessi all'origine dei nervi encefalici, detti nuclei propri, e la formazione (sostanza) reticolare (antica formazione nervosa dalla citoarchitettonica caratteristica, costituita da varie tipologie neuronali aggregate in piccoli nuclei, nell'ambito di un complesso reticolato di fibre nervose che si estende per tutto il tronco encefalico). Fra quesi nuclei citiamo, per l'importanza rivestita nel sistema dell'equilibrio e postura, i nuclei vestibolari e i nuclei oculomotori.
Il ponte presenta importanti connessioni col cervelletto che è la seconda regione dell'encefalo più voluminosa dopo il "cervello superiore". Esso si appoggia posteriormente al romboencefalo piegandone anteriormente l'asse, così che il ponte si trova ad appoggiarsi direttamente sulla base cranica. Il cervelletto è diviso in due emisferi cerebellari divisi dal verme, sulla cui faccia anteiore è presente il flocculo. Esso è costituito da regioni antiche (verme, flocculo e il quarto anteriore dei due emisferi) e regioni recenti (compartimenti posteriori degli emisferi), che rappresentano la parte più estesa, con funzioni diverse. All'interno della sostanza bianca, in profondità, sono situati i nuclei cerebellari (ammassi di sostanza grigia) di cui, il nucleo dentato, risulta particolarmente sviluppato. La sostanza grigia della corteccia cerebellare (ca. 1 mm di spessore) si ripiega in superficie per accogliere il maggior numero possibile di neuroni.
Superiormente al mesoencefalo (mesencefalo) troviano il diencefalo composto fondamentalmente dal talamo destro e sinistro e dall'ipotalamo posto al centro, quest'ultimo è collegato con la ghiandola endocrina ipofisi (sistema neuroendocrino), con la sostanza reticolare e col sistema limbico. Il sistema o lobo limbico rappresenta quei giri corticali, filogeneticamente più antichi, che circondano ad anello il tronco encefalico e comprende l'amigdala, l'ippocampo, i corpi mammillari ed il giro del cingolo o cingolato (immagine). Il sistema limbico è un circuito costituito da un insieme di centri corticali e subcorticali fra loro interconnessi da proiezioni di fasci di fibre nervose (tra cui le più importanti sono la fornice che unisce ippocampo e diencefalo e la stria terminale che collega l'amigdala all'ippocampo) che trasportano specifici neurotrasmettitori. Notevole è l'importanza dell'insieme ipotalamo-sistema limbico relativamente a numerose funzioni vitali dell'organismo.
Il telecenfalo, considerato dai fisiologici e dai neuroclinici il "cervello" in senso stretto, è la parte di gran lungo più voluminosa dell'encefalo e ricopre tutte le precedenti strutture. Il telencefalo risulta diviso in due emisferi (destro e sinistro) uniti tra loro profondamente, all'interno della scissura interemisferica (in cui penetrano le meningi), da fasci di fibre nervose che formano un nucleo di sostanza bianca chiamato corpo calloso. Ogni emisfero è diviso in 4 lobi (frontale, parietale, temporale e occipitale) in cui si identificano aree (aree di proiezione) con funzioni motorie o sensitive prevalentemente specifiche.
La parete degli emisferi cerebrali è la corteccia cerebrale costituita da sostanza grigia ricca di neuroni che riveste la sostanza bianca formata da fibre nervose (assoni). Per far fronte all'aumento del numero delle cellule cerebrali nel corso dello sviluppo evolutivo (nell'uomo sono ca. 10 miliardi), la corteccia cerebrale, come nel cervelletto, ha dovuto ripiegarsi su se stesso, formando le circonvoluzioni (nel regno animale è possibile dimostrare che all'aumentare delle capacità intellettive corrisponde un aumento della complessità delle circonvoluzioni cerebrali).
L'organizzazione dell'encefalo non si differenzia in modo sostanziale da quella del midollo spinale ma solo nel telencefalo e nel cervelletto è la sostanza grigia (corpi di cellule nervose e fibre nervose amieliniche) a circondare la bianca (fibre nervose mieliniche). Il vantaggio di questo tipo di organizzazione, rispetto a quallo presente nel midollo spinale e nel troncoencefalo (sostanza bianca all'esperno e grigia all'interno), è di consentire vie di collegamenti più brevi (questo vantaggio è sfruttato anche nei computer moderni in cui le chips sono poste esternamente e il cablaggio internamente). Analogamente al cervelletto, all'interno della sostanza bianca, in profondità, sono situati i nuclei della base (globo pallido, sostanza nera, putamen e nucleo caudato; quest'ultimi due spesso compresi nel "corpo striato").
Quanto più una porzione cerebrale è recente, tanto più complesse sono le sue funzioni. Il midollo allungato contiene i centri vegetativi vitali (in particolare repiratori e circolatori) e collabora strettamente con il ponte, il cervelletto e il mesencefalo in quella che sembra essere la loro funzione principale ovvero la regolazione dell postura in statica e in movimento (situazione simile è presente nei vertebrati inferiori). Il talamo è il centro riflesso delle emozioni che provocano il pianto e il riso controllandone la motilità relativa e la sensibilità degli imput ricevuti dai recettori periferici,
L'ipotalamo e il sistema limbico, con il quale è funzionalmente e strutturalmente collegato, presiedono a quei meccanismi vitali che hanno lo scopo di mantenere costanti le condizioni dell'ambiente interno (omeostasi) e di provvedere alla conservazione dell'individuo e della specie, esercitando il controllo sulle sue emozioni e sulla sessualità: regolazione del sistema nervoso autonomo e dell'apparato endocrino, della temperatura corporea, del ciclo sonno/veglia, della frequenza cardiaca, della pressiona arteriosa, dell'osmolarità del sangue, dell'assunzione di cibo e acqua, della secrezione, acida dello stomaco, del metabolismo dei glicidi e dei grassi, delle emozioni e delle funzioni sessuali. L'ippocampo e' inoltrre importante per l'apprendimento e la memoria. La caratteristica peculiare dell'ipotalamo è quella di ricevere degli imput direttamente dall'esterno del cervello. L'ipotalamo infatti riceve direttamente il segnale luce-buio (tratto retino-ipotalamico) e quello olfattivo (via olfattiva basale), in più, esso costituisce, tramite un fascio di fibre nervose e una rete di vasi sanguinei (eminenza mediana dell'ipotalamo) che oltrepassano la barriera emato-encefalica (barriera, costituita dai capillari cerebrali, dai plessi corioidei e dall’aracnoide, che protegge il cervello dal passaggio di batteri, virus e gran parte della molecole circolanti nel sangue), la parte posteriore della ghiandola endocrina ipofisi, detta neuroipofisi. La neuroipofisi non risulta quindi essere in realtà una ghiandola ma un'estroflessione cerebrale formata cioè da tessuto nervoso. Questo collegamento diretto sistema nervoso centrale-apparato endocrino (sistema neuroendocrino) assume grande rilievo nella regolazione generale dei processi vitali. L'ipotalamo inoltre è esso stesso anche una ghiandola endocrina i cui ormoni, agenti sull'adenoiposi (fattori ipotalamici), creano con essa un doppio legame: strutturale (neuroipofisi) e umorale, tramite ormoni (adenoipofisi). L'ipotalamo grazie alle sue connessioni con la neocorteccia, col sistema limbico, con la sostanza reticolare, col sistema nervoso vegetativo e col sistema endocrino è cosiderato da molti studiosi la struttura limite tra somatico e psichico, quella cioè in grado di commutare il segnale pschico in chimico e viceversa. E' grazie all'ipotalamo che gli aspetti mentali, emotivi e istintivi trovano espressione nel soma.
Nel telencefalo, infine, hanno sede le funzioni cerebrali "superiori" quali il pensiero, il linguaggio, la programmazione motoria ecc.



Il canale formato dalle vertebre costituisce un'ottima protezione per il delicato midollo spinale. Il midollo spinale ha forma cilidrica, con diamentro medio 8-10 mm, e si estende dal grande forame occipitale (base cranio), continuandosi dal midollo allungato, a circa la prima vertebra lombare (non occupa quindi il canale vertebrale per tutta la sua lunghezza). Qui termina a forma di cono e prosegue verso il basso con un tratto connettivale privo di funzione (filo terminale).
Al pari della colonna vertebrale, è diviso in segmenti (segmenti midollari). Sezionando trasversalmente uno di questi segmenti, si trova una disposizione oppposta a quella di cervello e cervelletto e uguale a quella del tronco encefalico. Infatti, nel midollo spinale la sostanza grigia è all'interno e la sostanza bianca all'esterno. La sostanza grigia del midollo spinale, composta soprattutto dai corpi delle cellule nervose (neuroni), ha una forma che ricorda una farfalla. Questi ammassi di corpi cellulari rappresentano i nuclei spinali. Nelle ali anteriori, dette corna anteriori, sono presenti, tra l'altro, i corpi cellulari dei motoneuroni alfa e gamma (classificazione delle fibre nervose), che innervano la muscolatura scheletrica. Gli assoni di questi neuroni fuoriescono dal midollo spinale, avvolti in una spessa guaina mielinica bianca, tramite le radici anteriori. A livello delle corna anteriori arrivano i segnali motori derivanti dalla corteccia cerebrale e dal tronco encefalico (nuclei vestibolari).
Le ali posteriori, corna posteriori, si estendono fino all'imbocco delle radici posteriori, dove si raccolgono, in un ganglio spinale, le fibre sensitive (sensibilità estero-propriocettiva). Qui terminano anche gli assoni deputati alla soppressione del dolore provenienti dal tronco encefalico. Secondo la teoria del "gate control" il neurotrasmettitore delle fibre del tatto, encefalina, inibisce la trasmissione sinaptica bloccando la percezione del dolore; stimoli emotivi intensi (shock) e stimoli tattili (digitopressione, agopuntura) possono così rendere temporaneamente insensibili al dolore.
I corni laterali sono piccole sporgenze a metà strada tra corna anteriore e posteriore. Le loro cellule, tramite le radici anteriori, inviano assoni agli organi innervati dal sistema nervoso vegetativo.
Al centro della sostanza grigia vi è un sottile canale centrale che è un residuo embrionale e non di rado è occluso o dilatato in cisti.
Immediatamente adiacenti alla sostanza grigia decorrono brevi fasci di fibre nervose, detti fasci fondamentali, che collegano 4-5 segmenti midollari confinanti circondando, come un sottile mantello, l'intera sostanza grigia. Essi provvedono a schemi di riflessi spinali complessi ovvero che non riguardano la muscolatura di un unico segmento (riflessi polisegmentali); tramite i riflessi spinali, ogni singolo segmento mdollare ha la capacità di controllare autonomamente funzioni motorie specifiche che richiedono rapidità di risposta.
La massa della sostanza bianca è invece formata da lunghi fasci midollari ascendenti e discendenti che collegano encefalo e midollo spinale. Questi fasci decorrono in tre cordoni a destra e tre a sinistra, separati fra loro dalla fessura centrale midollare, dal corno posteriore e da quello anteriore. L'ordine per una contrazione muscolare di precisione (ad esempio riguardanti movimenti delle dita della mano) viaggia lungo fibre che provengono dall'area motoria primaria encefalica attraverso il fascio piramidale del midollo spinale (fascio corticospinale) e lungo il fascio corticonucleare diretto ai nuclei dei nervi cranici del tronco encefalico. Il 90% delle fibre del fascio piramidale si incrocia nel midollo allungato, passando dal lato opposto (decussazione), e discende nella compagine del fascio corticospinale (piramidale) laterale. Il restante 10% non si incrocia nel midollo allungato e decorre nel fascio corticospinale (piramidale) anteriore, incrociandosi immediatamente prima dell' entrata nella sostanza grigia delle corna anteriori. Le fibre di entrambi i fasci terminano direttamente (meno di 1/3) oppure tramite un interneurone sulle cellule motorie delle corna anteriori, formando una sinapsi col motonerone alfa e attivando in tal modo un riflesso spinale.
Encefalo e midollo spinale formano il sistema nervoso centrale.

Ciascun segmento midollare emette, uno a destra e uno a sinistra, attraverso il foro di coniugazione o intervertebrale formato da due vertebre adiacenti, i nervi spinali che derivano ognuno dalla confluenza di una radice anteriore (fibre efferenti motorie con destinazione l'organo effettore, ghiandola o muscolo) e una posteriore (fibre afferenti sensitive, derivanti dai recettori sensoriali). Tutti i nervi spinali quindi risultano composti da una componente motoria e una sensitiva. A differenza della colonna vertebrale, il midollo spinale è dotato di 8 segmenti cervicali (invece di 7). I 12 segmenti toracici, 5 lombari, 5 sacrali e 1-2 coccigei sono invece in numero corrispondente alle relative vertebre. I nervi spinali cervicali fuoriescono dal foro di coniugacione superiore alla vertebra corrispondente, fatta eccezione dei due dell'VIII segmento (C8 dx e C8 sn) che escono da quello inferiore, così come accade per tutti i restanti segmenti. Affinchè ciò accada, essendo il midollo spinale più corto rispetto al canale vertebrale (a partire dal quarto mese di vita fetale il rachide si sviluppa più rapidamente del midollo spinale), le radici nervose dei segmenti lombari, sacrali e coccigei divengono sempre più distese verso il basso, formando così un fascio di sottili fibre nervose pressochè parallele che ricordano la coda di un cavallo (da cui la denominazione di cauda equina).
Appena fuori dal foro di coniugazione ogni nervo spinale si divide in 2 rami (entrambi sempre sia motori che sensitivi). Il ramo posteriore innerva, dal punto di vista motorio, la muscolatura spinale e, dal punto di vista sensitivo, la regione cutanea del dorso. Il ramo anteriore del nervo spinale costituisce la porzione più voluminosa e funzionalmente importante. Tutte le parti del corpo, a eccezione del viso, del tratto gastrointestinale e di parti della muscolatura cervicale (zone innervate dai nervi cranici), sono innervate dai nervi spinali. Insieme al sistema nervoso vegetativo, i nervi spinali formano il sistema nervoso periferico.

Il sistema nervoso vegetativo (autonomo, involontario) si divide in simpatico o ortosimpatico, parasimpatico e metasimpatico.
Il sistema nervoso ortosimpatico (simpatico) è composto da un'unità centrale di controllo, l'ipotalamo, e da una serie di coppie di neuroni efferenti (che emettono segnali in uscita). Il primo neurone (pregangliare), localizzato nel corno laterale dei segmenti spinali che vanno dalla prima vertebra toracica (T1) alla seconda lombare (L2), emette un assone che si diparte, attraverso la radice anteriore del midollo spinale, insieme al nervo spinale, da cui però si divide appena fuori dal foro di coniugazione spinale (foro intervertebrale) dirigendosi, come breve ramo comunicante bianco (fibre pregangliari mieliniche), al ganglio della catena dell'ortosimpatico del segmento spinale corrispondente (fa eccezione a questa regola l'innervazione della midollare del surrene). Le catene dell'ortosimpatico appaiono come due fili di perle poste parallelamente, una destra e l'altra a sinistra, lungo tutta la colonna vertertebrale. I suoi gangli (le "perle") sono connessi fra di loro da sottili fasci nervosi (ciò consente in realtà a una fibra pregangliare di prendere contatti anche con altri segmenti, sia superiori che inferiori). Da qui i segnali, direttamente o passando da ulteriori gangli, arrivano, tramite le fibre postgangliari (amieliniche), ai vari organi bersaglio. Le fibre pregangliari ortosimpatiche utilizzano come neurotrasmettitore l'acetilcolina e il peptide vasointestinale (VIP), quelle postgangliari la noradrenalina, l'adrenalina, la dopamina e il neuropeptide Y (NPY).
Anche il sistema nervoso parasimpatico è regolato dall'ipotalamo. Anatomicamente l'innervazione efferente parasimpatica decorre lungo i nervi cranici, di cui il X o nervo vago innerva gli organi della cavità toracica e addominale (quasi esclusivamente dipendenti da questo nervo) e i restanti raggiungono gli organi cranici, e lungo gli assoni dei neuroni parasimpatici presenti nei corni laterali dei segmenti spinali che vanno dalla seconda alla quarta vertebra sacrale (S2-S4). Questi ultimi decorrono poi quasi tutti nel nervo pudendo innervando organi genitali, vescica e intestino retto. Tutti i nervi parasimpatici contengono esclusivamente fibre pregangliari (che utilizzano come neurotrasmettitori l'acetilcolina e il peptide vasointestinale VIP) in quanto, a differenza del sistema nervoso ortosimpatico, i gangli parasimpatici sono situati in prossimità o all'interno degli organi innervati.
La maggior parte degli organi è innervata da entrambe le componenti del sistema nervoso vegetativo (ortosimpatica e parasimpatica). Vi sono però alcune parti del corpo che ricevono un’innervazione esclusivamente simpatica. Tra queste, la più importante è la porzione midollare delle surrenali (due piccole ma importantissime ghiandole endocrine poste ognuna sopra il polo superiore dei reni). La midollare del surrene viene inoltre innervata, attraverso i nervi splancnici, da fibre nervose pregangliari del simpatico che non si interrompono, ovvero che non formano sinapsi con i gangli della catena paravertebrale dell'ortosimpatico, ma che si connettono direttamente a un determinato gruppo di cellule della midollare, cellule cromaffini (formando in sostanza un ganglio interno), stimolandole a produrre le catecolamine adrenalina, noradrenalina e, in minima quantità, dopamina. Ci troviamo qui di fronte a una via direttissima che collega il cervello, tramite il sistema nervoso simpatico, alle surrenali. La visione del pericolo, infatti, mette in funzione questa via immediata (fase di allarme della reazione di stress), inducendo a produrre, da parte delle cellule della midollare del surrene, una miscela “allarmante” composta per l’80% di adrenalina e il 20% di noradrenalina, in quantità dieci volte maggiore del normale. Se però il pericolo perdura (fase di resistenza della reazione di stress), allora entreranno in scena ulteriori significativi cambiamenti (attivazione asse HPA) che coinvolgeranno ancora una volta le surrenali (questa volta la zona corticale), organi primari della reazione di stress.
Gli effetti del sistema nervoso ortosimpatico sono facilmente comprensibili se interpretati in relazione alla "reazione di attacco o difesa" (stress fisico e psichico). In molti casi il sistema nervoso parasimpatico è suo antagonista (schema reazione di stress).
Inoltre il sistema nervoso vegetativo invia al midollo spinale sensazioni quali, per esempio, dolore, stato di riempimento dello stomaco e della vescica. Tali fibre afferenti arrivano normalmente alla radice posteriore del midollo spinale non distinguendosi però in ortosimpatiche o parasimpatiche. Pertanto, poichè nei segmenti del midollo spinale convergono afferenze della sensibilità dolorifica degli organi interni e afferenze cutanee, il dolore viscerale puà essere proiettato e quindi percepito sulle aree cutanee, dermatomeri, del relativo segmento midollare (cuore-faccia interno braccio sinistro, cistifellea-addome superiore destro, pancreas-addome sinistro ecc.).
Descrivendo il sistema nervoso autonomo occorre ricordare l'esistenza di una terza componente vegetativa: il sistema nervoso metasimpatico, importante quanto le altre due (ortosimpatica e parasimpatica). Il sistema nervoso metasimpatico è presente all'interno delle pareti dell'intestino e dello stomaco come rete nervosa formata da circa cento milioni di neuroni, collegata alle fibre nervose ortosimpatiche e parasimpatiche (plesso sottomucoso di Meissner e motorio mienterico di Auerbach). Ricerche recenti hanno potuto affermare che questa rete svolge un ruolo in gran parte indipendente dal sistema nervoso centrale (SNC). Data l'importanza attruibuita dai fisiologi a tale struttura, essa viene definita come "cervello addominale o "cervello enterico". E' chiaro, data la grande attiguità, che l'alimentazione avrà sul sistema metasimpatico una grossa influenza.
In conclusione va detto che la classica netta separazione tra il sistema nervoso vegetativo, considerato come controllore delle funzioni viscerali in maniera indipendente dalla nostra volontà, e il sistema nervoso periferico volontario, è oggi sempre più messa in discussione da qualificati studiosi, in special modo dopo l'avvento della psiconeuroimmunologia. Il sistema nervoso costituisce una fittissima rete di comunicazione (solo nel cervello vi sono 10 miliardi di neuroni) diffusa in tutto il corpo e strettamente interconnessa con due altri importanti sistemi di regolazione dell'organismo: il sistema endocrino e il sistema immunitario.

Nel neurone la trasmissione del segnale lungo l'assone e il dendrite è di tipo elettrico (grazie a una variazione della polrarizzazione della membrana) mentre a livello sinaptico è di tipo chimico. I neurotrasmettitori (neuromediatori) sono molecole che consentono la trasmissione degli impulsi nervosi fra due neuroni attraverso le sinapsi o tra fibra nervosa terminale e organo effettore. Il neurotrasmettitore, all'arrivo dell'impulso nervoso (potenziale d'azione), viene liberato dalle vescicole presinaptiche, migra nello spazio intersinaptico fino a fissarsi su specifici recettori della membrana postsinaptica causando la depolarizzazione della membrana e quindi la trasmissione dell'impulso. Nel giro di pochi millisecondi viene disattivato, tramite specifici enzimi (colinesterasi, monoaminossidasi ecc.), e riassorbito nelle membrane presinaptiche (reuptake).
Esistono numerosi neurotrasmettitori con effetto eccitatorio e inibitorio. L'azione di uno specifico neurotrasmettitore dipende principalmente dalle caretteristiche del recettore postsinaptico (uno stesso neurotrasmettitore può avere effetti inibitori o eccitatori in base al recettore a cui si lega). Oggi sappiamo che un neurone è in grado di sintetizzare diversi neurotrasmettitori nelle diversi sinapsi che contrae, anche se utilizza sempre lo stesso nella medesima sinapsi.
I principali neurotrasmettitori sono: acetilcolina (presente nei neuroni di tipo colinergico quali i motoneuroni e neuroni effettori viscerali pregangliari), adrenalina, noradrenalina e dopamina (catecolamine secrete dalla midollare del surrene e dalle terminazioni nervose postgangliari del sistema nervoso orosimpatico), serotonina (con azione essenzialmente inibitoria, interviene, fra l'altro, nei ritimi sonno-veglia, nel controllo del dolore e delle funzioni ipotalamiche), aminoacidi GABA (acido-gamma-amino-butirrico, principale neurotrasmettitore inibitorio con presenza ubiquitaria), aspartato e glutammato (principali neurotrasmettitori eccitatori del sistema nervoso centrale). Oltre a questi vi sono molecole più complesse (vere e proprie proteine), i neuropeptidi, che possono fungere da neurotrasmettitori: glicina (neurotrasmettitore inibitorio, analogo al GABA, presente negli interneuroni del midollo spinale), peptide vasointestinale (VIP), neuropeptide Y (NPY), sostanza P, somatostatina, bombesina, istamina, neurotensina, encefalina e prostaglandina che, nel sistema nervoso centrale, possono fungere sia da neurotrasmettitori sia da neurormoni agendo a distanza su bersagli di natura endocrina. Talvolta i neuropeptidi possono agire da modulatori sinaptici (venendo secreti assieme ai neurotrasmettitori a livello sinaptico) organizzando i segnali specifici ed elementari dei normali neurotrasmettitori in un comportamento complesso.
I neurotrasmettitori hanno un ruolo essenziale, oltre che per la trasmissione degli impulsi nervosi, nella funzione di regolazione-modulazione dell'attività globale del sistema nervoso centrale, incluse le attività cognitive ed emotive.

In linea generale, la velocità di conduzione dell'impulso è tanto più elevata quanto maggiore è il diamentro della fibra nervosa ed esso va da 0,2 a 20 µm (1 µm = 1 micrometro, corrisponde a 1 milionesimo di metro), con velocità di conduzione da 0,5 a 120 metri/secondo. La vlocità di conduzione è inoltre aumentata in presenza della guaina mileinica.
Esistono due tipi di classificazione delle fibre nervose una classificazione generale, ossia che riguarda tutti i tipi di fibre, e una specifica per le fibre sensitive.
La classificazione generale (classificazione di Erlanger e Gasser) risulta:

Fibre di tipo o gruppo A, sono le tipiche fibre mieliniche dei nervi spinali e sono a loro volta suddivise in alfa, beta, gamma, delta, con diametro e quindi velocità di conduzione decrescente (velocità di conduzione da 120 a circa 6 m/s, diametro da 20 a 1 µm);
Fibre di tipo o gruppo B, sono le fibre pregangliari (mieliniche) del sistema nervoso autonomo, con valori di velocità di conduzione e diametro fra il tipo A e C.
Fibre di tipo o gruppo C, fibre amileiniche di piccolo diametro e quindi a bassa velocità di conduzione, che costituiscono più della metà delle fibre sensitive dei nervi periferici e la totalità delle fibre postgangliari del sistema nervoso autonomo (velocità di conduzione da 2 a 0,5 m/s, diametro inferiore a 1,2 µm).
La classificazione delle fibre sensitive (classificazione di Lloyd) è la seguente:
Fibre tipo Ia, provenienti dalle terminazioni anulospirali dei fusi neuromuscolari, corrispondono al tipo A alfa della classificazione generale (diametro medio 17 µm);
Fibre tipo o gruppo Ib, derivano dagli organi muscolo-tendinei del Golgi, corrispondono anch'esse al tipo A alfa (diametro medio 16 µm);
Fibre tipo o gruppo II, provenienti dalla maggior parte dei meccanorecettori per la sensibilità cutanea fine (esterocettori cutanei), e dalle terminazioni secondarie e a fiorame dei fusi neuromuscolari, corrispondono alle fibre A beta e gamma della classificazione generale (circa 8 µm di diametro);
Fibre tipo o gruppo III, responsabili della sensibilità tattile grossolana, della termica e delle sensazioni dolorifiche puntiformi, corrispondono alle fibre A gamma della classifica generale (circa 3 µm di diametro);
Fibre tipo o gruppo IV, amieliniche, trasportano impulsi della sensibilità dolorifica, termica, del prurito, tattile grossolana, appartengono al tipo C della classificazione generale (diametro 0,5-2 µm).
Tale differenzione delle fibre nervose è giustificata dal fatto che, in alcune situazioni, è indispensabile che determinati segnali nervosi giungano rapidamente al sistema nervoso centrale (come ad esempio durante la deambulazione o ancor più la corsa), in altri casi invece, come nell'informazione sensitiva relativa al dolore prolungato o cronico, sono sufficienti fibre nervose a conduzione molto lenta.
Il riflesso nervoso è una reazione del sistema nervoso centrale a stimolazioni esterne o interne (rilevate tramite i recettori sensoriali), atta a modificare lo stato di contrazione muscolare o di secrezione ghiandolare (reazione motoria, vasomotoria o ghiandolare). I riflessi interessano sia il sistema nervoso volontario (nervi spinali e cranici) che quello vegetativo (o autonomo). Il meccanismo di base, elementare, di un riflesso nervoso, definito arco riflesso o arco diastaltico, è costituito da: recettore sensoriale > via nervosa afferente o sensitiva > centro nervoso (posto nel sistema nervoso centrale) > via nervosa efferente o motoria > effettore (muscolo o ghiandola). Quando i riflessi nervosi hanno come centro nervoso il midollo spinale, si definiscono riflessi spinali, in altri casi i centri sono situati nel tronco encefalico (riflessi troncoencefalici).
I riflessi nervosi vengono suddivisi in semplici (detti anche incondizionati o congeniti) e complessi (o condizionati o acquisiti). Si individuano inoltre due grandi famiglie di riflessi: i riflessi propriocettivi, che originano dalla stimolazione dei propriocettori e che sono monosinaptici (riflesso di stiramento muscolare o riflesso miotatico o osteotendineo ROT, relativo ai fusi neuromuscolari) o dinaptici (riflesso miotatico inverso, relativo agli organi muscolo-tendinei del Golgi), a livello di un solo segmento midollare nel caso dei riflessi spinali, e i riflessi esterocettivi, che derivano dalla stimolazione degli esterocettori della cute e delle mucose, polisinaptici ossia, nel caso dei riflessi spinali, agenti a vari livelli midollari tramite i fasci fondamentali (riflesso plantare, corneale, faringeo, addominale, cremasterico, di retrazione ecc.).
Grazie ai riflessi, in particolare quelli semplici che presentano il grande vantaggio della rapidità (40 m/s per quelli rapidi), i livelli superiori possono demandare a midollo spinale e tronco encefalico, funzioni motorie specifiche che richiedono rapidità di risposta. Tuttavia, grazie alla modalità parallela, i centri encefalici superiori possono interagire direttamente sugli inferiori integrando e vicariando, in maniera immediata, funzioni; questo aspetto risulta fondamentale nel recupero funzionale di alcune lesioni del sistema nervoso centrale.
ll riflesso spinale avviene in genere grazie all'attività di specifici neuroni, collocati nel midollo spinale, detti interneuroni. Gli interneuroni si inseriscono, tramite sinapsi (connessione fra due neuroni), tra neuroni sensoriali (afferenti dai estero-propriocettori) e motori (efferenti). Gli interneuroni hanno perlopiù azione inibitoria (e talvolta facilitatoria) e sono di tre tipi (classificazione delle fibre nervose): (Ia) che coordinano l'attività di muscoli antagonisti (che esercitano azioni opposte), (Ib) correlati alle afferenze degli organi del Golgi che registrano la tensione tendinea e quindi la contrazione muscolare (da notare che l'influenza di questo tipo di interneurone dipende molto dalle afferenze cutanee a bassa soglia e articolari), cellule di Renshaw che hanno azione inibitoria diretta sul motoneurone. Durante gli atti motori, ogni muscolo che agisce su un'articolazione ha uno o più muscoli antagonisti che vengono contemporaneamente inibito (inibizione antagonista) o attivati (attivazione antagonista) tramite rispettivamente un interneurone inibitorio o facilitatorio interposto tra le fibre afferenti e i relativi motoneuroni alfa.
I riflessi spinali lavorano in modo gerarchicoo: controllo dei singoli muscoli, controllo della coordinazione muscolare riguardante una sola articolazione e riguardante più articolazioni. Mentre, tramite la modalità parallela, i centri superiori possono interagire direttamente sui riflessi integrandone e vicariandone, in maniera immediata, funzioni; ad esempio il midollo spinale da solo non è un grado di garantire una deambulazione fluida e sicura.
I riflessi svolgono un ruolo determinante in tutta la fisiologia dell'organismo e naturalmente anche nel sistema dell'equilibrio.
I riflessi spinali semplici vengono infine utilizzati in campo clinico per diagnosticare problematiche neurologiche.

Fede e guarigione

Perchè Gesù aveva bisogno della fede di colui che chiedeva la guarigione? Perchè la fede è una condizione preliminare: essa apre nell'uomo alcune porte e alcune finestre per lasciare entrare correnti di forze che vengono da un altro luogo e queste forze che penetrano in lui armonizzano, purificano, rigenerano la materia del suo essere. Gesù era un ricettacol odell'energia divina, ed Egli comunicava questa energia all'uomo o alla donna che veniva a chiedergli aiuto. Si può dunque dire che chi si avvicinava a Gesù per cercare la guarigione metteva in moto un processo; poi grazie alla propria fede apriva una porta. Infine la potenza di Gesù penetrava in lui. Allora vedete, i miracoli di Gesù (o ciò che chiamiamo in questo modo, poichè in realtà non esistono i miracoli nel senso che la maggior parte delle persone intende), presuppongono che le tre condizioni siano adempiute.

Omraam Mikhael Aivanhov

venerdì 4 aprile 2008

L' ossessione della salute perfetta



In un mondo impregnato dell'ideale strumentale della scienza, il sistema sanitario crea incessantemente nuovi bisogni terapeutici. E via via che l'offerta di sanità aumenta, la gente risponde adducendo più problemi, bisogni, malattie. Nei paesi sviluppati, dunque l'ossessione della salute perfetta è divenuta un fattore patogeno predominante. Ciascuno esige che il progresso ponga fine alle sofferenze del corpo, mantenga il più a lungo possibile la freschezza della gioventù e prolunghi la vita all'infinito. E' il rifiuto della vecchiaia, del dolore e della morte. Ma si dimentica che questo disgusto dell'arte di soffrire è la negazione stessa della condizione umana.

Da Nemesi medica di Ivan Illich