Cerchiamo di capire cosa succede nel corpo umano durante uno stato emozionale e perchè è conveniente rinunciare ai “demonietti” (ira,invidia,odio, rabbia, gelosia, orgoglio, vanità, etc...).
Nell’emozione, il diencefalo che riceve stimoli eccita a sua volta i muscoli scheletrici e le viscere mediante una “scarica discendente”, mentre la componente soggettiva, l’affetto, è data da una “scarica ascendente” verso la corteccia cerebrale. La scarica discendente è stata studiata minuziosamente nelle sue componenti simpatico-adrenergiche (dilatazione pupillare, sudorazione, tachicardia, inibizione della peristalsi intestinale, etc.)
Si è dimostrata la partecipazione delle “isole del Langerhans” (parte endocrina del pancreas), il quale poi si ramifica nelle sue plurime componenti viscerali.
La scarica vago-insulinica è apparentemente assurda, poichè in contrasto con l’azione simpatico-adrenergica da cui è solitamente mascherata; questo è un aspetto della cooperazione delle due branche del sistema neurovegetativo usualmente considerate antagoniste. In effetti l’aumento dell’insulina circolante facilita l’utilizzo del glucosio quale “carburante” per le situazioni di emergenza (difesa, attacco, ecc.).
Il pioniere di queste ricerche a livello fisiologico è stato W. B. Cannon negli anni ’30.
La reazione delle viscere in situazioni di emergenza provoca a volte gravi danni e la soluzione a ciò è incredibilmente elementare. Il paziente che presenta la patologia si trova sempre ad essere in uno stato di depressione più o meno confessata: vive in ansia, carico di paura e di tristezza e non vede alcuna via d’uscita poichè non si sente amato. Quando di reca dal medico, egli si rende conto che nemmeno questi lo ama. Quando si reca dallo psicoterapeuta, ecco che viene trattato “professionalmente” e con distacco.
Il donargli amore può guarire questa persona anche istantaneamente.
LA SCARICA DISCENDENTE
Per analizzare debitamente la scarica discendente è conveniente distinguere in essa tre componenti:
1. componente somatica
2. componente viscerale
3. componente endocrina
1. COMPONENTE SOMATICA
Nei distinti stati emozionali il tono muscolare varia in modo considerevole.
Durante uno stato di collera o di paura, i muscoli che possono venire utilizzati nell’attacco o nella difesa di contraggono.
Al contrario, in situazioni di soddisfazione o di piacere detti muscoli si rilassano.
Esempio: è noto che le persone ansiose denunciano spesso dolori muscolari, tra cui predomina un dolore alla nuca, sintomo tra i più frequenti nei pazienti sofferenti d’ansia, e ciò è dovuto alla contrazione dei muscoli occipitali.
Ancora più comune è soffrire di dolori muscolari nella zona del tronco o nelle membra, in seguito ad un episodio di collera o di paura intensa.
Si può affermare che la componente somatica si differenzia nei distinti stati emozionali, soprattutto in relazione alla muscolatura scheletrica ed all’espressione del volto. E’ noto infatti che è possibile giudicare lo stato emozionale di una persona dall’espressione del suo volto.
Un certo Duchenne ha addirittura dimostrato che è possibile, negli esseri umani, riprodurre l’espressione corrispondente ai vari stati emozionali stimolando elettricamente i vari gruppi muscolari.
Queste risposte somatiche motorie, evidenziata ad esempio nei muscoli facciali, hanno origine in regioni subcorticali; infatti esse sono conservate nei malati emiplegici ed assenti nei malati extrapiramidali. Nel caso dell’emiplegia nei quali una lesione del sistema nervoso a livello delle vie centrali di moto (fibre piramidali) ha provocato la paralisi completa di un’intera metà del corpo, è presente un’interruzione della via cortico-spinale. I malati extrapiramidali, (essendo il sistema extrapiramidale un sistema tonico-muscolare le cui funzioni si svolgono al di fuori del sistema della motilità volontaria rappresentato dai centri e dalle vie piramidali) presentano disturbi del tono muscolare, della statica o rigidità muscolare ed addirittura ipomimica come nel morbo di Parkinson.
2. COMPONENTE VISCERALE
Un numero considerevole di esperimenti su animali e di osservazioni cliniche ha dimostrato che, contrariamente alle convinzioni di neurologi tradizionalisti, il sistema simpatico ed il parasimpatico sono in grado di scaricare sia assieme in forma massiva, sia isolatamente l’uno dall’altro, sia in forma intermittente, frammentaria o parziale.
Questo avviene nonostante il sistema simpatico abbia la tendenza a scaricare in forma totale, inibendo organi come intestino o pancreas. Il sistema parasimpatico invece ha la tendenza a scaricare in forma parziale, determinando ad esempio una superproduzione di enzima nel colon, che probabilmente condurrà ad uno stato ulceroso dovuto all’aumento dell’acidità.
Nell’ambito delle relazioni psicofisiologiche uno dei problemi maggiormente dibattuti riguarda la possibilità di una corrispondenza tra stato emozionale (paura, ira, tristezza, ecc.) e riflesso viscerale specifico. Si è già potuto osservare che ciò accade nella componente somatica, ed è quindi probabile che ci sia una specificità anche nella componente viscerale. Ad esempio la vergogna si accompagna spesso ad un arrossamento del volto (dilatazione dei vasi facciali periferici) e la tristezza al pianto.
Quanto un organo viscerale ha una reazione, questa avviene con un incremento delle sue funzioni o con una inibizione globale delle stesse.
Si è osservato che tanto la sensazione piacevole del disporsi a mangiare quanto quella spiacevole che si crea nei sentimenti di angoscia ed aggressività si accompagnano, perlomeno in alcuni individui, ad un aumento globale della funziona gastrica (ipervascolarizzazione, ipersecrezione, ipermotilità).
La paura invece si accompagna a pallore iposecrezioni, ipomobilità ed inoltre ad una diminuzione dell’attività renale.
Ad ogni modo non si deve mai generalizzare, poichè si è osservato come una stessa emozione sia in grado di produrre in un individuo un aumento ed in un altro un abbassamento della pressione arteriosa.
Proseguendo l’indagine sulla componente viscerale delle emozioni, si è visto che la condizione di eccitazione è l’emozione meno differenziata; collera e paura, poco differenziabili tra loro, producono effetti viscerali, mentre nell’amore si ha una situazione diversa. Quando l’amore si converte in eccitazione erotica il suo effetto viscerale è simile alla collera o alla paura (vedi effetti negativi del demonietto della lussuria).
Bisogna ammettere che la specificità della scarica viscerale nelle emozioni non è ancora sufficientemente spiegata e chiarita. Infatti spesso non vi è un confine definito tra un’emozione e l’altra, per cui esse si fondono e si nota uno slittamento tra un sentimento e l’altro.
Alla luce degli avvenimenti noti si può affermare che entro certi limiti gli stati emozionali hanno una propria corrispondenza in una componente viscerale.
3. COMPONENTE ENDOCRINA
Già nei tempi antichi si presumeva che le ghiandole a secrezione interna avessero un ruolo importante nelle emozioni. L’ipotalamo stabilisce con una combinazione di messaggi chimici ed elettrici delle relazioni neurali dirette al sistema endocrino, interessando soprattutto due organi bersaglio:
1. lobo posteriore dell’ipofisi (neuroipofisi)
2. sostanza midollare delle ghiandole surrenali
La neuroipofisi è in continuità, tramite il peduncolo ipofisario, con due zone dell’ipotalamo, il “tuber cinereum” e “l’infundibulum”, i cui nuclei riversano il loro neurosecreto nell’adenoipofisi, costituendo il “sistema portale ipotalamo-ipofisario”. La sostanza midollare surrenale produce due ormoni, adrenalina e noradrenalina, la cui funzione è correlata con quella del sistema nervoso ortosimpatico. L’ipotalamo si collega con questa zona tramite fasci nervosi che scendono lungo il midollo spinale e si diramano a costituire le fibre dell’ortosimpatico.
Il nervo vago non sembra svolgere una funzione essenziale per pancreas e tiroide: le fibre vagali che penetrano negli isolotti di Langerhans non sono molto numerose, come neanche sembrano essere importanti per la loro funzione secretoria le fibre vegetative che riceve la tiroide.
E’ probabile che l’ipotalamo eserciti una certa azione sulla tiroide, ma sarà per via ormonale e non nervosa.
Ultimamente sono stati studiati gli steroidi, ormoni secreti dalla sostanza corticale surrenale. Questa non è sotto il controllo nervoso diretto, bensì è stimolata dall’ormone adrenocorticotropo (ACTH), prodotto dall’adenoipofisi. La sua secrezione è stimolata dall’adrenalina e regolata sia mediante un meccanismo di controllo reciproco, bio-feedback negativo, dal tasso emetico di steroidi (cortisolo), sia per stimolazione diretta dell’ipotalamo.
La reazione fisiologica della sostanza midollare delle ghiandole surrenali, il realtà risponde ad una richiesta di emergenza e deve essere di breve durata, in quanto la sua presenza implica il sacrificio delle normali funzioni dell’organismo. La secrezione prolungata e continua di adrenalina in una situazione di minaccia conduce alla morte.
Quando una situazione di emergenza si fa persistente, la corteccia surrenale entra in gioco, attivata dall’ormone secreto dell’adenoipofisi (ACTH), e la sua partecipazione determina reazioni irreversibili.
In situazioni di stress, in cui persistano anche stati di collera o paura, l’organismo manifesta una reazione che può essere suddivisa in tre fasi distinte:
1. Fase di allarme: caratterizzata da fenomeni quali l’involuzione del timo e del tessuto linfatico e l’ipertofia delle ghiandole surrenali, che soffrono di disturbi microscopici e chimici. In questa fase possono presentarsi ulcere gastriche superficiali.
Nel caso in cui l’attacco contro l’organismo continui, questi continua a reagire entrando così nella seconda fase:
2. Fase di resistenza: caratterizzata da una speciale degenerazione dei piccoli vasi, elemento comune a molte patologie di adattamento come artrite reumatoide, periartrite nodosa, ipertensione maligna, etc.
Se la situazione di attacco persiste ancora la reazione entra nella terza fase:
3. Fase di esaurimento totale: caratterizzata dalla ricomparsa dei sintomi della prima fase, che portano l’organismo alla morte.
Nelle situazioni di eccitazione emozionale l’ipotalamo stimola l’ipofisi posteriore (neuroipofisi) a secernere l’ormone antidiuretico (ADH), mentre negli stati di eccitazione sessuale la stimola a produrre l’ossitocina, ormone attivo per favorire il processo di fecondazione e la stimolazione della muscolatura liscia nell’utero gravido.
Le reazioni in risposta ad altri problemi fondamentali nella relazione ipotalamo-secrezioni interne nelle emozioni è ancora sconosciuta.
Nonostante ciò è innegabile che a livello ipotalamico il terapeuta è in grado di agire direttamente sulle secrezioni che influiscono su metabolismo, crescita, condotta sessuale ed altri processi fisiologici.
La scarica discendente possiede una grande importanza di cui nessuno pare rendersi conto.
Poche reazioni fisiologiche influiscono su un insieme così vasto di organi come le emozioni. E’ sorprendente che il persistere di un’emozione cosciente o non cosciente possa causare danni organici tanto gravi.
LA SCARICA ASCENDENTE O IPOTALAMO-CORTICALE
L’ipotalamo è considerato il centro principale del sistema nervoso autonomo, capace di produrre scariche che stimolano la corteccia cerebrale. Il fatto che ciò avvenga nelle emozioni è ormai noto.
Durante l’elettroencefalogramma si è frequentemente osservato che nel soggetto in esame, trovandosi esso in una condizione di eccitazione emozionale, si producono dei cambiamenti nelle reazioni corticali; questi consistono nella sparizione del ritmo alfa nelle aree frontali-occipitali e nell’apparizione di onde di basso voltaggio e di alta frequenza.
Producendo una diminuzione dell’attività della corteccia cerebrale mediante anestesia con Dial, la stimolazione elettrica dei tubercoli mammillari genera una scarica nella corteccia cerebrale in forma generalizzata. Secondo gli esperti questo dimostrerebbe l’esistenza di una scarica ascendente, inibita parzialmente dalla corteccia cerebrale, che inibisce pure quella discendente.
L’Archipallium o Rinencefalo fino a poco tempo fa era considerato solo come il centro dell’olfatto, ma ora si sta osservando che anch’esso è in relazione con le emozioni. Si pensa che l’ipotalamo, il nucleo anteriore del talamo. il cingulum, l’ippocampo e le connessioni che uniscono queste strutture costituiscano un unico sistema anatomico e funzionale, sede, o meglio “radar canalizzatore” delle emozioni.
Il Rinencefalo, chiamato anche “cervello viscerale”, include le seguenti formazioni: l’ippocampo, le tonsille, la superficie orbitale dei lobi frontali, l’insula, il girus cingulum e la circonvallazione dell’ippocampo o asta di Amon, strutture in connessione tra di loro.
E’ stato sufficientemente dimostrato che il Rinencefalo ha poco a che fare con l’olfatto. Ormai si può affermare che il lobo temporale, ricevendo poche fibre dal talamo, è un’area associativa per eccellenza, in cui entrano in relazione sensazioni olfattive, gustative, visive, uditive e sessuali.
Per ragioni di tempo e di spazio abbiamo omesso ulteriori informazioni di carattere anatomico sulle risposte emozionali durante l’inibizione di specifiche strutture cerebrali. Queste saranno eventualmente fornite su richiesta degli interessati.
Ciò che per noi è essenziale in questa sede è puntualizzare che fisiologicamente la scarica ipotalamo-corticale è l’origine dello stato affettivo delle reazioni mentali nelle emozioni. Poichè esiste uno stato affettivo proprio di ogni emozione, possiamo concludere che ad ogni stato emozionale corrisponde una modalità di scarica ipotalamo-corticale.
giovedì 17 aprile 2008
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